sabato 2 luglio 2016

SERENA, LA SPESA E IL SABATO

Vi racconto una favola... ehm, no! Mi correggo, una storia...
C'era una volta una giovane donna, poco paziente, ma che come tutte le persone adulte era costretta a fare una cosa che proprio non sopportava fare... andare al supermercato.
Serena era il suo nome e non odiava fare la spesa in sé, ma il fatto di dover lottare contro un sacco di persone che oltre ad aver dimenticato a casa la lista delle cose da comprare, sembrava aver abbandonato il cervello al primo Autogrill.
Come avrete capito, la storia è puramente autobiografica e riferimenti a cose e persone non sono per nulla casuali.

Io dico: "porca paletta" (perché sono una SIGNORA, altrimenti sai che termini...), cosa vi costa concentrarvi su quello che dovete mettere nel carrello?

Un supermercato è basato su un modello facile da capire e da affrontare; c'è l'entrata, START, ci sono una serie di corsie da percorrere spingendo un trabiccolo su quattro ruote e, alla fine, le casse.
"Che ci vuole?" direte voi, ma pensate bene a cosa capita tutte le volte che affrontate LA SPESA settimanale (perché diciamolo, uno, sano di mente, se può, al supermercato ci va una volta alla settimana). Si entra e già si aspetta che la coda defluisca perché (subito!) ci si ritrova a combattere con gli indecisi... quelli che "vado a destra o a sinistra?". La risposta sarebbe un vero e proprio invito ad andare a fa... (e ci siamo capiti)... re quello che si vuole, purché si tolga dai piedi.
Superate le prime corsie,
si arriva all'angolo della verdura e tutti a palpeggiare le melanzane, i peperoni, i meloni. Gente che annusa, gente che gratta con l'unghia albicocca per albicocca, chi si improvvisa esperto di alimenti bio e chi prende il guanto ad una velocità bradipesca, lasciando il carrello in mezzo ai corridoi affollati. Che rabbia! La pazienza ti sfugge e proprio in quel momento prenderesti a sberle la signora del guanto, a testate quello che palpa l'anguria e tutte le mele che ci sono sul banco per cominciare a tirarle a qualsiasi persona ci sia nell'arco di diversi metri.
Tuttavia, il viaggio continua perché molto educatamente fingi di non vedere e non sentire.

Cammini, cercando di andare a zig-zag, evitando la signora che si trascina tra la corsia dei detersivi ragionando sul senso della vita e su come eliminare la macchia sulla camicia del marito (quel cretino che quando ci sono gli spaghetti al pomodoro, mette sempre vestiti bianchi), il bambino che sta distruggendo la busta di sabbia per gatti (tanto i genitori non lo guardano...), il ragazzotto che "fila" con la signorina delle casse come fosse a UOMINI E DONNE.
Fior fior di intellettuali che spulciano tutte le etichette nel supermercato, non importa se sia quella della carne, quella dello yogurt o quella dello zerbino. Tutti alla ricerca maliziosa dell'appunto da fare al punto informazioni "eh, ma questo straccio di microfibra ha ben il due fili di cotone all'interno!" oppure "eh, ma questo barattolo di cibo per gatti è a solo 4 metri dalla corsia degli articoli per il giardino".
Che palle! Non è casa vostra. Adattatevi! Non c'è da stupirsi se i commessi poi, mandano tutti a quel paese o prendono in giro! A proposito, massima comprensione!

Pian piano stai collezionando quello che ti serve e conti di completare la missione entro pochi minuti, solo l'ultima cosa e... finalmente la cassa. Già, la cassa...
Mi sono sempre chiesta cosa esattamente le persone non siano in alcun modo capaci di fare. La risposta è aspettare, ordinatamente, senza rompere le scatole.
C'è la cassiera lenta che "bippa" ogni articolo come se dovesse accarezzarlo e la mamma che litiga con il figlio più piccolo per le dita nel naso (cercando di mettere sul rullo la confezione d'acqua), mentre la coda di carrelli in attesa si allunga e il signore sessantenne che cerca di passarti avanti pensandoti stupida... il caos! Non ci capisci nulla e nella tua testa è veramente partito il conto alla rovescia. Alcuni minuti e sarai LIBERA!
Ancora, non è tutto, perché sul più bello che la persona davanti a te sembra aver finito di mettere le ultime cose sul nastro scorrevole, eccola... la moglie, che arriva con una mano in alto urlando "permesso, sono con lui! Scusate, permesso! Arrivo... " e intanto, butta alla rinfusa sulla cassa un pacco di assorbenti, due confezioni di shampoo, quattro mutande di cotone, un flacone di detersivo per i piatti, il pacco di merendine, la lampadina a risparmio energetico, il set di smalto per unghie, il prosciutto crudo e una busta di latte parzialmente scremato (insomma, un altro carrello di cose). Tu, con fare disperato la guardi, chiedendole di non prendere altro, così da alleviare la pena, ma lei ... TAC! ... in appena pochi centimetri di stand espositivi, riesce a prendere le batterie per il telecomando, le lamette per il rasoio, le caramelle alla menta, la ricarica per il cellulare e i cioccolatini alla nocciola.



Diciamolo! Andare al supermercato il Sabato è come condannarsi da soli alla flagellazione. Si entra pieni di speranze e si esce stanchi, distrutti, peggio che andare in ufficio tutti i giorni.