giovedì 15 dicembre 2016

Operazione: SANTA C.

Va bene, ci siamo: l'albero nell'angolo del salotto scintilla, la corona sulla porta accoglie gli ospiti e i pastori del presepe ti guardano fisso mentre stai per compiere la missione più difficile che ci possa essere. No, non è la cena di Natale con la famiglia (che per alcuni diventa impegnativa a suon di domande tipo: "ma quando ti sposi?"). 
Di cosa sto parlando? Semplice, mai sentito parlare di Babbo Natale? Oppure della più "nordica" Santa Lucia? 
Eh si, questo post è interamente dedicato ai genitori e, in qualche modo, ai loro bambini che sognano di svegliarsi la mattina e trovare il tanto desiderato regalo. 
In realtà non ho ancora sperimentato cosa voglia dire cimentarsi in quest'azione eroica, ma posso immaginare bene perché, non tanto tempo fa, anche io sono stata bambina e la faccia sfinita di mamma e papà me la ricordo bene!
Tutto inizia con la magica letterina: quando l'ha scritta, come la fai sparire senza farti vedere? Semplice (credo)! Si aspetta che escano per andare a scuola... sempre che, come nel mio caso, il bambino non la metta sotto il cuscino. A questo punto, come la prende la mamma? Mi sembra di vedere la scena: dando la "buonanotte" più "abbracciosa" dell'anno, la mano del genitore scivola silenziosa e attenta sotto la federa imbottita. Sperando di non essere notata dal bambino che, mezzo addormentato, si sta insospettendo e accenna a guardare cosa sia quella cosa strisciante. La mamma però, abilissima e velocissima, riesce a sfilare il foglietto senza fare troppo rumore, fingendo un sorriso rilassato verso il figlio. Si, un sorriso, incorniciato in un viso che "suda freddo". Tuttavia, questo non è nulla. Quello che dovranno affrontare i genitori durante QUELLA NOTTE, la notte più importante, bhe è molto peggio, molto più complicato e rischioso. Talmente tanto che, a volte, si vorrebbe una controfigura. 

Ore 22.30 del 24 Dicembre
"Dai vai a letto che, altrimenti, Babbo Natale non passa!". Inutile, la minaccia è inutile. I bambini crolleranno sempre più tardi del previsto e "l'operazione Santa C." si protrarrà oltre le aspettative.
Una volta convinti e addormentati i piccoli, con il freddo della notte, i genitori dovranno sgattaiolare fuori dal letto, quando, ormai, Morfeo sta avendo la meglio anche su di loro. 
Attenzione! Non bisogna fare rumore perché i bambini, seppur addormentati, ci sentono benissimo e pensando di poter incontrare il vecchio con la barba, potrebbero alzarsi e correre in salotto e allora "addio innocenza, benvenuta crisi esistenziale".
"Ahia! Mi hai dato lo spigolo della confezione della ruspa sul ginocchio!" - "Tu fai il palo che io monto il robot... ma come si chiama?"- "attento che gli hai messo la gamba al posto del collo! No, Barbie lasciala là". Alla fine, tra un "muoviti che sento un rumore" e un "oddio sta andando a fare la pipì, spegni la luce!", la missione impossibile diventa possibile e, finalmente, stanchi, distrutti, i genitori vanno a letto. Sperando che il mistero di quella notte resti tale per altri tanti e tanti anni. 

La mattina dopo, al risveglio, l'atmosfera e le risa ripagano di tutta la fatica fatta. 
Fingendosi stupiti anche loro, i grandi festeggiano con i piccoli. 

Ah, quanto mi piacerebbe tornare indietro!





venerdì 2 dicembre 2016

Dicembre e le piccole esploratrici

Finalmente è arrivato Dicembre!
In barba a chi si lamenta, io sono contenta; tirerò fuori l'albero dalla cantina e inizierò ad addobbare la casa come solo una "nazista del Natale" sa fare. Palle di tutti i tipi, lucine e lucette fredde e calde, agrifoglio come se piovesse e soprattutto, odore di mentolo su tutto ciò che è fatto di stoffa, mentre nel vaporizzatore, l'aroma di cannella comincia a farsi sentire.

1st STEP
Il bello però, non è solo imbastire la decorazione ... ma trovarla... dietro lo scaffale, in fondo, nell'angolo più remoto del tugurio. Di solito funziona così: tutto comincia con me che stresso mio marito a suon di "eddai che a fare l'albero di Natale ci penso io! TU devi solo andare a prendere gli scatoloni!". Eh, pare facile! Lo sappiamo tutti che quando si "archivia" la pratica a Gennaio e si toglie l'addobbo, bhe, si tende a non mettere via tutto come si dovrebbe. Ci sarà sempre quella renna che ti rimane sul divano perché non l'hai vista e la ghirlanda che hai "buttato" nel primo sacco che hai trovato a portata di mano in cantina.
Quindi, armata di marito (contro i ragni), chiavi della cantina, ciabattina in lana e maglione contro il fresco del sottoscala (perché l'operazione CHI CERCA TROVA potrebbe essere lunga), ci si avvia. Ecco, avete presente Dante e il suo "lasciate ogni speranza voi ch'intrate"? ...
Come un ninja, con la mano sinistra accendi la luce, stando bene attenta a non toccare nulla che sia viscido o che ricordi una ragnatela. Una volta illuminata la stanza, si usa la prima scusa possibile per entrare "per seconda"; di solito è che ti sembra che l'albero sia sullo scaffale più alto e tu proprio non ci arrivi!
Una volta entrato in cantina l'uomo, tu puoi cominciare ad esplorare tranquilla negli angoli non tanto remoti della stanza. Cerchi un indizio, un "capello d'angelo", qualsiasi cosa ricordi una decorazione.
Dopo lunghi minuti di "porconamenti" di lui che sta perdendo tempo a cercare qualcosa che non gli interessa, in questo caos disordinato, mentre potrebbe catturare Pokemon nel vialetto, alla fine eccolo! Un babbino spunta da una scatola, dietro le sedie da giardino. Eureka! Anche quest'anno sei stata una brava esploratrice...

Volete sapere come prosegue? STAY TUNED...

CERCARE DECORAZIONI




giovedì 17 novembre 2016

NETTARE DEGLI DEI: caffè!

Inutile, tutto inutile. Il primo caffè della giornata è quello che conta!
Tutti abbiamo presente l'attimo in cui suona la sveglia; io, in particolare, spero sempre che si apra una voragine sotto il mio letto, così da non potermi alzare... 
Appena messo giù il piede destro, non arrivano gli uccellini ad aiutare a vestirmi. Arriva (e di corsa) il bisogno assoluto di bere del caffè. 
Diciamo pure che fino a quando non vedo la macchinetta pronta, il mondo non deve permettersi di parlarmi. "Esagerata!" direte voi. Io invece, dico che possiamo smetterla di prenderci in giro e iniziare a chiamare questa bevanda in modo diverso. Come? NETTARE DEGLI DEI, per esempio. 


Il caffè è terapeutico, possiede tante proprietà benefiche e, soprattutto, va bevuto solo con chi ci va, perché il pericolo è di prendere quella che definirei "intossicata".
La mattina, appena arrivata in ufficio (credetemi non è pigrizia), non posso iniziare a scrivere nemmeno una parola, se prima non ho bevuto un altro caffè, il secondo della mattinata, con i colleghi. Si socializza, ci si consola, insomma, ci si dà una pacca sulle spalle prima di avviare un'altra giornata che sarà, con molta probabilità, da incubo. 
A pranzo, dopo il piatto di pasta, se non arriva il cameriere con la tazzina fumante... si crolla come pere cotte, intontiti dallo stomaco pieno e dal calar della palpebra. Le forze mancano, la voglia di fare qualsiasi cosa pure e il rischio è di doversi trascinare per il resto del pomeriggio.

Badate bene che il "deca" non vale come caffè! E poi, cosa lo bevete a fare? Io sono per il ridurre la quantità assunta, ma berlo "originale". 
Non sono da considerare poi, nemmeno quelli aromatizzati. Fruttati, agli agrumi, alla cioccolata. Una volta ho comprato il "caffè verde". Nessuna sorpresa nel vedere che era una scialba versione del tè. Che fantasia però. Per non far sentire esclusi i sostenitori del "VIVO BENE SENZA", fanno una finta versione del caffè/tè. 
Un'altra cosa che va tanto di moda è il "caffè al Ginseng". Per carità, nulla di male a berlo; c'è a chi piace, ma non definiamolo caffè. Bevanda al Ginseng va più che bene... e non serve ordinarlo con l'espressione snob da "è tutto naturale, non ha gli stessi effetti della caffeina" perché è un eccitante e, vi sfido a berlo prima di andare a letto la sera: altro che le pecore, per addormentarvi, potrete contare la popolazione cinese!

martedì 15 novembre 2016

VOLA BASSO & FA' POCA POLVERE

Chiedo scusa in anticipo: oggi voglio sfogarmi. 
Sono stufa "agra" (come dicono in Veneto) di dovermi sempre sentire "meno"! Di chi poi? 
Mi stanno altamente sulla "bocca dello stomaco" quelli che ti guardano con aria di sufficienza e si rivolgono a te con poche parole in croce, un'aria sofferente e poca voglia di ascoltare. E mi rivolgo a loro, prendendomi la licenza di chiedere: ma chi sarete mai? Signori, l'America è stata scoperta, l'acqua calda pure, la ruota è a posto... potete rilassarvi! 

Ci sono persone che prenderei a schiaffi, solo per il gusto di vedere la faccia che "rincula" a destra e sinistra, sotto il rumore secco del "pacchero" (che in questo caso, non indica il tipo di pasta). Sono quei tizi, maschio o femmine, vecchi o giovani, per le quali l'interlocutore è stupido a prescindere. Fino a quando chi gli sta davanti, non rivolge loro una di quelle risposte brucianti, senza possibilità di replica; una bella botta in piena faccia, platonica, ma essenzialmente dolorosa e inaspettata!
Guardate che la compagnia telefonica di "è tutto intorno a te", non sta cercando comparse! Credo sia a regime anche con gli sponsor, quindi potete tornare ad occuparvi delle vostre attività quotidiane, anche se noiose (e immagino quanto). 
Se poi, avete una irrefrenabile voglia di "svangare le scatole" agli altri, basta dirlo! Che l'altro si carica... e allora sai che scene?!

Ci sono persone che sanno sempre tutto. Hanno un'opinione su tutto ed è sempre quella preferibile, secondo loro. Porca vacca: siamo miliardi di persone sulla terra, perché dovrei prendere per buona proprio la vostra visione delle cose. 
In un gruppo, non sbaglia mai il singolo, ma tutte le persone che ne fanno parte sono coinvolte. Quindi, cari "che avete fermato il treno con il culo" (scusate il francesismo), smettetela di pararvi sempre al muro. Fate un passetto avanti e se c'è da raccogliere (capisci a me cosa)... la si raccoglie tutti!
Perché scrivo questo post? Perché, da sempre e ovunque, ci sono persone che vogliono metterci alla prova. Non hanno capito però che anche i santi hanno un limite. Stop vuol dire Stop. "Sono stufa" vuol dire che sono stufa davvero. Credo che questa affermazione possa essere valida per me e per tante altre persone che, magari, non hanno modo di "buttare fuori". 
Tante volte bisogna mordersi la lingua, nella vita, in famiglia, sul posto di lavoro, ma la corda si spezza prima o poi. 
Ci sarà sempre quello che ha "di più" e che saprà fare qualcosa di diverso da noi, ma non per questo possono farci sentire "inferiori". 

In conclusione: cara FACCIA DI CHIAPPE, meno ti vedo e meglio sto. Quindi, torna pure da dove sei venuto e senza volare alto ché fai polvere per niente!


giovedì 3 novembre 2016

Come sentirsi anziani

Cosa riesce a farti sentire tanto tanto tanto vecchia? Una sola parola: FRIENDS
Bellissima tutt'ora questa serie televisiva, ma quando la guardi (e di solito lo fai perché sei a casa influenzata), ti mette tristezza! Ogni personaggio che entra in scena scandisce il tempo che passa.
Ti segna, come se piano piano, ad ogni battuta, spuntasse un capello bianco o una ruga in più.
Non solo; a questo punto mi dispiace girare il coltello nella piaga, ma questo senso di vecchiaia non è solo immaginario. Facciamo due conti: la sitcom è stata trasmessa dal 1994 al 2004; alias, la prima puntata l'abbiamo vista 23 anni fa! Quando eravamo piccoli, giovani e spensierati. Quando la Aniston non era ancora la signora Pitt e quando la Cox era ancora tutta naturale!
Se poi aggiungiamo che le nuove coppie del panorama televisivo sono Antonio e "RoSSSita" e Bruce con il suo PC nella vasca da bagno, l'amarezza non solo sale, ma si amplifica e aumenta esponenzialmente. 

Adesso, scusate, vado a tirare fuori il "mangiacassette", ché mi è venuta la malinconia!


lunedì 31 ottobre 2016

VICINO, STAMMI LONTANO

I vicini di casa: che splendida invenzione! Come faremmo senza? 
Per i fortunati vincitori di un appartamento, in una palazzina dove vivono diverse famiglie, ci saranno in palio, a corredo, anche screzi, litigate, "sangue amaro", ansia e sfinimento psicologico!
Non siete soddisfatti? Eh, ma non siete mai contenti! 

Che gioia dover rientrare la sera, dopo il lavoro. Attenzione: rigorosamente in punta di piedi perché, se sente il tacco della scarpa, apriti cielo! Viene fuori "Stallone de noantri" a minacciarti! Non importa quanto vecchio e flaccido possa essere, lui ti si parerà davanti con fare da cafone mafioso e ti guarderà, sprezzante, dall'alto dei suoi duecento anni, arrabbiandosi per essere riemerso dalla branda alle 19.00, con la panza bella piena di semolino, mentre stava facendo il decimo sonno!
Il diverbio sulle scale ti ha affaticato ulteriormente? Nessuna paura! Una doccia, bella calda e fumante ti aiuterà a placare i nervi. Si, ma in silenzio. Perché LUI sente tutto! Anche il tappo del flacone di shampoo che viene svitato. 
Guai poi ad accendere la radio. Te lo ritrovi attaccato al campanello che suona e si lamenta, manco fosse "il gobbo di Notre Dame", a tempo di musica.
Arrivano persone per la cena? Sei sicuro? Non vuoi ripensarci e cancellare l'invito? Sei ancora in tempo! Salvati (e salva i poveri malcapitati) dalla lamentela che, puntualmente, arriva alle otto della sera. Il bello è che tu e gli invitati state facendo una normale conversazione, ma lui sostiene che hai organizzato un rave party! E ti sembrerà uno scimpanzé in calore mentre urla, sbraita e si sbraccia! Perché lui, nella sua visione delle cose, è un Alpha e ci devi fare i conti!

Uno scimpanzé che assomiglia al mio vicino di casa

Vista la mia esperienza, credo fermamente di dover fare un appello. 
A TUTTI I VICINI DI CASA "SCASSAPALLE": non importa quanto vecchi, bigotti, insopportabili, antipatici, insofferenti, egoisti, dispettosi possiate essere. Abitate in una palazzina, esattamente come la vittima che avete scelto di stressare. Volete il silenzio alle sei della sera, il brodino una quarto d'ora dopo e il pigiamino (rigorosamente grigio a righe blu) per coricarvi alle sette? Sacro e santo il vostro diritto, ma ritiratevi in un eremo. Andate a vivere in mezzo ai monti e non scassate le palle a quelli che, il pomeriggio, dopo il lavoro, vorrebbero avere una vita!

mercoledì 26 ottobre 2016

SPENDO SOLDI... (come se ne avessi)

Uno degli ultimi post pubblicato sul profilo Facebook ? "Spendo soldi come se ne avessi". 
Quanta verità in appena sei parole! Un concetto, anzi, una filosofia di vita, espressa in poche battute. 
In effetti, tutte le volte che faccio acquisti, se da una parte la "asciugaconti" che è in me viene fuori, dall'altro, già immagino carestie e pestilenze per le quali dovrei avvalermi di un cuscinetto di liquidità (che a questo punto, non avrei!).

Spendere soldi
Quante volte, davanti a quella vetrina, guardando quella borsa (si, quella a cui state pensando proprio adesso) vi siete sentite combattute tra l'entrare di corsa, svendere il rene che serviva per il misfatto e uscire, oppure scappare prima che il "bisogno" di strisciare lo strumento del potere diventi impellente?
Quanti sensi di colpa mentre punti il dito verso quel paio di scarpe e la commessa ti chiede se possa portarle in cassa o se tu voglia vedere "dell'altro". Un po' come un pusher che vende l'articolo dietro l'angolo, quella signorina tanto gentile ti attira. E tu cedi. Cedi a quegli occhioni che ti parlano di un'intera collezione che conoscono bene. Cedi a quella parlantina veloce che potrebbe venderti un pezzo di ghiaccio al Polo. Cedi perché sai che, tanto, opporsi non serve. Torneresti. Prima o poi, torneresti. 
Si tratta di un circolo vizioso: compri e ti senti in colpa, ma se non compri tanto poi torni e, magari, non compri solo un paio di scarpe, ma decidi che, nel frattempo, hai maturato la necessità assoluta di avere anche una giacca, una maglia, un bracciale, un tanga, un cellulare, una gommina per la pulizia delle scarpe di tuo marito...che poi non dica che pensiamo solo a noi stesse!

Ora, vi prego, non fatemi sentire "diversa". Capita anche a voi? 
Aspetto i vostri commenti!




mercoledì 19 ottobre 2016

Positivi: sta minchia!

Ci sono volte in cui, se avessi un fiammifero acceso in mano, darei fuoco al mondo. 
Ci sono giorni in cui, se avessi un megafono a portata, urlerei una serie di insulti e "porconamenti" da far impallidire anche uno scaricatore di porto. 
Ci sono momenti in cui, avessi uno spigolo vicino, prenderei lo slancio necessario per sbatterci il mignolo. 

donna con asciaProprio quando non ti sembra che possa andare peggio, taaac! Eccola lì, la convergenza astrale per cui i pianeti si allineano fino a creare, quella che sembra, la forma di una farfalla. Cosa impossibile! Sarà, ma quando accade, cominciano tutte le sfortune e i fastidi del caso: il bottone che si scuce, la "retro" che non entra, la radio che non prende, il cellulare che si scarica mentre ti sei persa nel mezzo di un campo, in un paese lontano anni luce. La pioggia che piomba all'improvviso, quando esci di casa con gli occhiali da sole e i capelli appena "piastrati". La pasta che si attacca alla pentola, il distributore di benzina che ti mangia i soldi senza fare rifornimento o che ti accetta solo contanti, quando hai unicamente la carta bancomat. Il tamponamento in coda, proprio davanti al muso della tua macchina, con i ritardi del caso, la mattina quando stai andando in ufficio. La taglia che non c'è, di quel maglione per cui ti sei tanto "sbattuta" da un negozio all'altro, da tutt'altra parte della città, tra il traffico, le pause pranzo, gli indecisi delle rotonde, quelli del semaforo verde che non partono. Il caffè del bar che più "cattivo" non si può (una vera "ciofeca!"), il cambio programma repentino del palinsesto per cui ti eri programmata la serata. La carta igienica finita, se non fosse per quell'ultimo, inutile, foglietto. La gomma che si buca, la cacca di cane pestata perché un padrone imbecille non si è sprecato a pulire, le macchie di pomodoro sulla camicia bianca che neanche fossi Pollock. La signora con il carrello pieno che deve dividere la spesa in "ventordici" scontrini, per tipo, costo, colore, calorie, lettera, verità, e penitenza! Il telefono che squilla o, ancora peggio, che non squilla e quella cosa che devi assolutamente fare, altrimenti muori!

Spesso, essere positivi non viene così naturale. Ciò che viene spontaneo è invece, "fanculizzare" l'intera umanità e come dicono a Roma: pure tre quarti della palazzina!

lunedì 17 ottobre 2016

Il dramma della 46

"Ma quale 46? Ci sto dentro dieci volte!". Quante volte abbiamo detto questa frase? La verità è che siamo bugiarde... e masochiste!
Ah, quante lacrime in quel camerino dove la commessa, il fidanzato o la mamma, ci chiedevano "ti sei provata i pantaloni? Come ti stanno?". Avremmo tanto voluto dire che ci stavano da schifo, che la coscia sembrava un insaccato, che la circolazione si era fermata all'altezza del ginocchio. Invece, ci siamo limitate ad una bugia, piuttosto astuta, ma sempre una bugia:" no, ci ho ripensato. Non mi piacciono!"- Quanto è dura la vita delle cicciottelle
Ogni volta che devo acquistare qualcosa, fosse anche solo un maglione, mi sale l'ansia. Infatti, tendo a comprare "alla cieca", senza prima provare, solo appoggiandolo sulle spalle oppure, nel caso dei jeans, mi fingo esperta con il trucco del pugno chiuso dentro il denim.
Che sconforto quando si passa davanti alle vetrine; manichini alti il doppio di noi, magri, sodi, slanciati. Ed è proprio in quei momenti che viene alla mente "sei nata paperina, che cosa ci vuoi far?".

giovedì 13 ottobre 2016

AUTUNNO STYLE

Il momento è arrivato. Il momento è ora. 
Finalmente, grazie al freddo autunnale, giunto senza preavviso, possiamo riprendere alcune vecchie buone abitudini (badate bene: buone, non "belle" ... e adesso capirete perché).
Si comincia la mattina, quando ci si alza dal letto, passando da una temperatura "piumotto" a "ghiacciaio in camera". Apriamo gli occhi e, fin dal primo momento, il frescolino della stanza ti avvolge, ti raffredda la punta del naso e ti fa stringere gli occhi "a fessura". 
Poi, realizzi disperata che devi proprio alzarti, sfidare la perdita di calore del proprio corpo, per unirsi al gruppo dei pinguini che sfilano in corridoio: Pingu e amici.

Questi sono i giorni in cui giriamo con la coperta da divano, sulle spalle, come fosse un mantello: tipo Luigi XV "levati proprio!". Volteggiamo sicure, felici del tiepido "calorino" che ci portiamo dietro. Soprattutto, però, sono tornate loro. Così calde, così morbide, così piene di lana: le ciabatte TIROLO STYLE. Quelle che anche il più arrapato degli uomini, perde ogni ardore. Donne, noi però facciamo spallucce, tanto, il bello deve ancora venire. 
Infatti, molto presto (se qualcuna non ha già iniziato), rimetteremo il nostro pigiama peloso in tinta unita. Un bel grigio topo con le stelle blu. Largo, almeno 3 taglie in più (che dobbiamo stare comode!). Attenzione però, colpo da maestre: il calzino risvoltato sopra il pantalone del "grigione". 

Ah, c'est chic! 


mercoledì 21 settembre 2016

LEI E IL PELO

Non importa quanto impegno ci mettiamo. Non importa quanto soffriamo. Non importa il "come". L'unica cosa certa è che alla fine uno, almeno uno, resterà. Anche un solo stramaledettissimo pelo dietro al ginocchio!
Ore di sedute dall'estetista, minuti e vista sprecati sotto la doccia. Soldi spesi per avere il "silky" migliore, quello più tecnologico, quello che al solo passare fa spaventare il povero bulbo che, da quel momento, si rifiuterà di riprodursi, sbocciare, farsi vivo. Se ci sediamo e fissiamo attentamente ... eccolo! Con tutta la sua "pelosità". Ti guarda, ti deride, ti sfotte proprio. "Avoja" a prendere la pinzetta, cercando la giusta angolazione per estirparlo! Il pelo sarà esattamente nella parte più interna dell'angolo dietro al ginocchio, là, dove la cellulite si confonde con la coscia, dove anche se immedesimate in contorsioniste del circo, non arriveremo mai! 

Cactus


"Gli sforzi vengono sempre premiati" senti dire da qualcuno, ma non è vero. 
La sofferenza della cera calda sulla pelle e lo strappo secco nella zona dell'inguine, chi me li ripaga? Quel momento in cui ti dicono "conta fino a tre" e non è mai fino a tre. Lo "STRAP!" parte al due e mezzo, quando stai prendendo fiato prima del fatidico momento, mentre ti stai illudendo che l'estetista rispetterà la promessa di scandire il tempo fino in fondo. Fa malissimo e ti senti tradita! Vorresti alzarti e andare via, ma così come stai messa... è impossibile! Con il lato farfalla mezza "incerato". Non sai se piangere. Non sai se restare composta o chiamare all'appello tutti i santi del calendario. Sono attimi in cui la dignità è a rischio. Tuttavia, nonostante tutto questo, arrivi a casa, ti guardi e lì, proprio sotto il tuo naso, il tuo amico pelo non abbandona la postazione!
Anche il rasoio ha i suoi contro. Certo, non si soffre per colpa degli strappi, ma alla minima distrazione si esce dalla doccia come le vittime di "Jack lo squartatore". Qualcuna è anche corsa al pronto soccorso per i punti!

Carissime amiche depilate, state pur certe: a letto, nell'intimità della vostra coppia, il vostro uomo vi guarderà, vi sorriderà e quando vi accarezzerà la gamba... partirà proprio da quell'angolo, quello dove svetta l'altro LUI della vostra vita. IL PELO.

venerdì 16 settembre 2016

NOI, FANCIULLE SOLE A CASA

Cosa fanno le donne quando sono a casa da sole?
Avete presente quelle perfette signore e signorine, composte, vestite di tutto punto con capelli acconciati e la "tisanina" in mano? Ah, dimenticatele! Da sole, quando nessuno ci vede, facciamo tutto quello che non possiamo fare con qualcuno a casa! Addio dignità, addio reputazione, addio! Le peggio cose! Spesso, ci scappa pure una puzzetta e magari, dico solo magari, ne ridiamo! Complimentandoci tacitamente con noi stesse per l'impresa appena compiuta...
L'importante è ricomporsi quando l'uomo torna a casa. Come se nulla fosse successo, nessun ruttino da "pranzo di Natale", niente masticazione da scaricatore di cozze al mare.
Noi donne ( e dico NOI ), da sole a casa, ci dimentichiamo che giorno sia, il nome del gatto e ci giurerei, anche che la cioccolata faccia venire la cellulite. Si, perché la cioccolata diventa, nelle serate da single o nei momenti di solitudine casalinga, una BFF  aggiuntiva. Lei ci capisce, ci coccola, ci annega nella sua bontà. Insomma, ne mangeremmo a secchi!
Quindi, cucchiaino macchiato di cioccolata rigorosamente "ciucciato" dopo le continue e ripetute immersioni nel "sacro" vasetto, ci stendiamo sul divano. Cioè, volevo dire (tanto vale essere sincere), ci spiaggiamo come grosse balenottere, ci buttiamo "a pesce" senza timore, tra i cuscini belli stropicciati. Ora, ricordate bene questo particolare perché, di solito, noi donne siamo fissate con l'ordine e in particolare con i colori e le forme perfettamente organizzate del salotto e del divano : "metti che venga qualcuno a trovarci, non può trovare questo porcile!"
Dicevo, con il cucchiaio in bocca, stravaccate, con tanto di maglietta da "barbona a New York quando fa caldo non ha mai smesso di bere vodka", corredata da macchia di... qualcosa, non importa se sia sugo, caffè, formaggio... (si, siamo uguali agli uomini). Qualcuna, confessiamolo, comincia ad improvvisarsi anche speleologa o meglio, "scaccolatrice". Magari anche solo per sapere che si prova. 
Facciamo la pipì con la porta aperta... ah, ma quello lo facciamo anche normalmente, durante la quotidianità. Tra il caffè delle 7.45 della mattina e il rimmel messo sulle ciglia con la classica espressione, quella con la bocca aperta (che aiuta tanto a non distrarci). Con questa espressione : occhi aperti, spalancati e respiro sospeso tra "oddio mi casca la goccia" e "non starnutire", noi donne concentriamo tutta l'energia del cosmo e l'attenzione dell'universo, raggiungendo il punto zen dell'esserci... (eh si, il make up è anche questo!)... che "fadiga".
Ridiamo per niente e anche le battute da "stupidità acuta" ci fanno divertire; a differenza di quando siamo accanto a voi, uomini, e mentre vi guardiamo sorridere per una battutaccia, diciamo qualcosa come: "ma che ti ridi?". Sempre con espressione disgustata dalla vostra "stupidera".  Piccola constatazione in merito: siamo proprio stronze! Simpatiche però!
Ancora, tra una grattatina al sederino e una alla testa, trascorriamo una serata degna dei nostri compagni quando sono soli. Mangiamo qualsiasi cosa ci sia nel frigorifero, anche quel pezzo di "qualcosa" in fondo, dimenticato da chissà quando. Non schifiamo niente, così come non schifiamo lasciare i piatti nel lavello, come se si lavassero da soli, per magia! Pazienza se abbiamo appena ingurgitato un hamburger doppio strato con bacon, maionese e patatine al rosmarino, accompagnato da uovo filante e l'avanzo della lasagna, tutto in quello stesso piatto. Li puliremo domani. Guai però se lo fa LUI. Siamo in grado di sbranare il poveretto, dopo averlo riempito di insulti.
Ah, in fondo, uomini e donne, non siamo tanto diversi. Solo, se un uomo vi fa presente la cosa: negate! Negate sempre!







lunedì 12 settembre 2016

Poesia di Settembre

Poesia:

E venne Settembre
con il colore delle foglie ingiallite.
Ritornò Settembre
con i suoi pastelli in mano.

Ha rotto il cazz Settembre
Con le tue cimici e cavallette! Abbandonale in autostrada, no?

Fine. Grazie.

Avena, da cui nascono le cimici

Canale che vai, CRETINO CHE TROVI!

Gli spot hanno un potere effettivamente molto potente, soprattutto su noi donne. Si, di farci girare le palle (ehm, scusate il "francese"). 
Avete visto quante cose e persone stupide? Quante situazioni che non possono presentarsi in realtà, salvo in caso di "viaggi mentali" esagerati. 
Alla ricerca del senso delle pubblictiàQualche esempio? Pensate a quelle che scrivono una lettera di scuse alle proprie ascelle. No, ma dico: davvero? Vi preoccupate veramente del fatto che questa parte del corpo sia sempre sottovalutata e nascosta? Sul serio vi fate prendere dall'ansia "da partecipazione al dolore dell'aletta"? Non ci voglio pensare. Anzi, voglio focalizzare l'attenzione sul fatto che, alcune donne, anche famose, all'ascella tengono talmente tanto da non depilarsela nemmeno! Va bene che la natura sa quello che fa, ma ragazze, donne, amiche ... il pelo "nun se pò vedé". 

Immaginiamo la scena: siamo al bar e aspettiamo un'amica. Siamo bellissime e "tiratissime" Tutti ci guardano, qualcuno azzarda un morsetto simbolico alle labbra per "accaparrarcisi" e noi, di tutta risposta, convinte di essere delle modelle di Cosmopolitan ci tiriamo indietro il ciuffo sulla fronte. Lo facciamo con talmente tanta enfasi e passione da non accorgerci che, nell'alzare il braccio, non abbiamo spostato  solo i capelli, ma anche il "cespuglio" dell'arcata! Veri e propri tronchi scuri che potremmo pettinare e intrecciare con perline per quanto sono lunghi! No, no, no. Mi rifiuto. Per Natale, regaliamo a tutte una lametta, una seduta dall'estetista, una pinzetta (per le più coraggiose e masochiste).




Poi però, oltre a quelle che ci tengono alla "pelosità", c'è anche la tonta! Quella che, anche se siamo al 15 di Agosto e ci si immagina di andare al mare, non si depila e va in spiaggia indossando una muta. Amica finta quanto le scarpe che compriamo dai cinesi, mi prendi in giro? Davvero non hai pensato che, magari al mare, una si rade almeno le gambe? Sei talmente disperata che sono le amiche a portarti un rasoio? Costano poche decine di euro e tu? Mi fai il "pidocchio" proprio su queste cose?
Comunque, si va di bene in meglio quando, rigorosamente all'ora di pranzo, ti compare il "manzo" di turno a cui fanno mettere il mascara e a cui tocca mimare l'inserimento di un assorbente interno. Vorrei fare una domanda al magico ideatore dello spot in questione. Solo, perché? Cosa ti abbiamo fatto noi donne? E se sei una donna: cosa ti hanno fatto gli uomini? Sono sincera, non capisco: sono stupidi gli uomini che non sanno usare il tampone oppure siamo strane noi donne che ce lo facciamo spiegare da loro? 

Poi c'è quella che parla con la palla di polvere, quello che compra la macchina nuova e il dragone che si è tatuato sul braccio prende vita (che strane droghe ha assunto?!), senza legame logico, come per magia.  Quello che cucina il merluzzo surgelato nemmeno fosse a Master Chef e quella che si riconquista la simpatia di "mammà" con la mozzarella arrotolata dopo che i genitori l'hanno beccata a dormire con una marea di gente, manco fosse in una comune. Sarà sicuramente sua parente poi, la bionda che preferisce una fetta di pane con il formaggio spalmabile a un appuntamento con l'amore.

Inoltre, vorrei avere un chiarimento con le casalinghe "televisive". Perché vedete i microbi a forma di cartone animato? Dite la verità; cosa c'era nella bottiglia dell'anti-calcare? Al posto dell'acqua che fa bruciare i grassi, cosa avete bevuto? Prometto di non giudicare! Però non sta bene tenerselo, egoiste!
Fantastiche poi le creme di bellezza e le loro modelle. Ragazzine a cui spariscono le rughe. Ma per chi ci avete preso? Le protagoniste degli spot non hanno una ruga, non hanno un buco di cellulite, non hanno un brufolo e rappresentano le uniche eccezioni di perfetta simmetria del viso! Roba da divinità greche nei film americani che "patata bianca a Venezia levati proprio!".
Poi, ci sono le mamme che, a differenza di quelle nella vita reale, giocano a "indovina il profumo" con la bambina (e qui ci sta...) e l'orsetto dell'ammorbidente. Si commenta da sola. Bimba, la mamma sta abusando di qualche sostanza... (che sia proprio il contenuto del flacone a creare dipendenza?!). Senti a me, corri da zia!

Sempre senza bisogno di commentare, abbiamo anche quello che risparmia sulla polizza auto e va in vacanza trecentoventidue volte all'anno; montagna, mare, lago, Marte! Amico mio, cosa dici? Per bene che ti vada, anche cercando tra tutte le possibili proposte, risparmierai dieci euro! E dove vai con dieci euro? Nemmeno sotto casa, nell'orto con l'ombrellone e una birra in mano! 

Sarà che la mia pazienza scarseggia sempre più (e credetemi, a 27 anni è grave!), ma ci vuole veramente tanta ironia per restare davanti allo schermo, cercando di sopravvivere alla stupidità che passa. Il bello poi ? Il fatto che non si possa scappare perché "canale che vai, CRETINO che trovi".

giovedì 8 settembre 2016

PEPERONI 'MBUTTUNET

Dopo le "passere" a Venezia, arriva il momento della migrazione degli uccelli.
Qualcuno conosce quella barzelletta dai toni piuttosto accesi, a "doppio senso" (o meglio il senso è unico, chiarissimo) dove si cita un mese autunnale, ammettendo che per le donne sia un mese triste in cui, oltre alla migrazione dei volatili, cadono anche i mar..oni, arriva la nebbia e non si vede una mazza?
Se a questo aggiungiamo che, dopo essere andate in giro per giorni e giorni, con vestiti super elasticizzati, dobbiamo rientrare in jeans stretti e maglie accollate, la voglia di suicidio sale.
Ci sentiamo come dei petti di pollo legati con lo spago, pronti a essere cotti... o per i vegani, dei peperoni "'mbuttunet" con capperi e pomodoro.

Scusate lo sfogo... culinario, ma siamo comunque in pausa pranzo!


lunedì 5 settembre 2016

Settembre e le passere

Pare che il mese di Settembre sia famoso anche per una nuova festa nazionale. Quella della patata.
Dico, avete visto come si sono presentate le signorine al Festival? Vestiti coloratissimi, acconciature "acconciatissime" e farfalle liberissime! La cosa si può spiegare solo in due modi: o le gentili donzelle sono animaliste e ci tengono alla freedom della passera oppure si sono dimenticate di portare il vestito dalla sarta.
Che poi, dico io (forse da invidiosa?! Mah...), se devi esporre la "Luisa" almeno abbronzala! Niente mutande... vere, ma quelle del segno lasciato dal costume si. Non si può vedere!
Abbiate pazienza, agli uomini potranno pure piacere queste mostre di "uccelle moderne", ma parliamone: cosa vi porta a far vedere in mondovisione la fragolina? La mamma non vi ha insegnato che si tratta di una cosa "intima e confidenziale"? E poi attente, in questo periodo potrebbe essere pericoloso; un cacciatore potrebbe confondersi e potreste dover abbandonare il tappeto rosso per sfuggire alla caccia. Emigrare in altri posti. Con la "fiora" da proteggere, come specie a rischio!
Almeno, le dive ci hanno risparmiato la "petalosità" della cosa (ehm, Accademia, prego notare eh!). Zero peli, forse perché poi con le arie della Laguna, alla fine, il movimento del ciuffo può dare fastidio!


giovedì 1 settembre 2016

Una lunga estate... finita!

Grazie Settembre, grazie. A volte che non rischiamo di abituarci all'estate. È una tragedia, ragazzi. Una tragedia.

Il meteo già parla dell'autunno, alcune persone pregustano già i colori delle foglie (manco fossimo in Canada) e parecchi stanno già preparando i sacchi da aspirare con dentro i costumi da bagno da riporre in cantina. Ecco, a tutta questa gente vorrei solo dire che bisognerebbe avere un po' più di sensibilità nei confronti di chi, come me, preferirebbe fermarsi a riflettere sulla profondità della tristezza che ci attende. Freddo, noia, grigio.
Nei confronti di tutti noi che, invece di tornare a casa con la notte che incombe, pur essendo appena le sei e mezza del pomeriggio, preferiremmo sbattere il mignolo contro tutti gli spigoli del comodino. Tutti noi che vorremmo tanto scambiare le castagne e il vino con un bella fetta di melone. Tutti noi, già depressi alla sola idea del maglione in lana. Tutti noi che pur di far festa, vorremmo già un caldo Natale. Tutti noi che per combattere la tristezza stiamo ancora guardando le foto del mare a Giugno o stiamo già spulciando il catalogo dei viaggi della prossima estate.
Un appello ai "freddofili": senza fretta perché poi, se qualcuno sentendovi richiedere il caldo primaverile, vi manda a quel paese... non dite che non ve lo meritate!

mercoledì 31 agosto 2016

Mangiare o non mangiare?

Ho letto un post che indicava le cose più furbe da fare prima di mettersi a dieta. Intanto, chiarisco il mio punto di vista: mettersi a dieta non è una cosa furba. Mettersi a dieta è una tragedia. Furba è, o meglio, fortunata, quella che non ha bisogno di regimi alimentari da clinica ospedaliera zero grassi. Dai, ammettiamolo, quanto ci piacerebbe mangiare senza preoccuparsi della taglia, del sedere "a transatlantico", della pelle che ricorda il Vesuvio e della pancia per la quale il gentile signore alla cassa ci scambia per gestanti?
Si, va bene, "bla bla" , basta mangiate tutto senza esagerare. Eh, vi voglio vedere davanti a un tavolo a buffet...

venerdì 26 agosto 2016

C'era una volta, a detta di Inga e Rosamunde

Inga e Rosamunde hanno torto. Qualcuno le fermi.
La trama dei loro film (e sottolineo FILM) é sempre la stessa: lui e lei, ricchissimi, nordici e biondissimi. Nessun difetto, nemmeno l'alito pesante! Lei arriva in città per lavoro o perché si sta trasferendo sulla costa, dopo aver scoperto di essere una cornutona vera e lui che, lavorando nell'azienda di papà, l'assume. 
Inzialmente sono freddi, ma nei loro incontri furtivi alla fotocopiatrice o al bagno, si mangiano con gli occhi, sembrano due gatti in amore. 
Fanno finta di ignorarsi, ma il gioco dura poco e ben presto cedono. Cadono uno tra le gam... eh, chiedo scusa...braccia dell'altra. Vuoi che sia perché a lei scappa il cagnolino giù per il dirupo, vuoi che sia perché lei buca una gomma, vuoi che sia perché la madre di lui e il padre di lei sono cresciuti insieme, il finale é sempre che i due gnocconi si fidanzato e una cosa tira l'altra. 
Poi, puntualmente, la peripezie di turno; che sia un amante di lei o il divorzi di lui, i piccioncini devono trovare il coraggio di superare tutto e alla fine ci riescono. Rimangono insieme e a quel punto manca solo il "e vissero felici e contenti". Che dire: "che palle!". 
Mi chiedo, ma alle ideatrici non hanno trovato il diabete? Il dentista tutto ok? Niente carie? 
A me, solo immaginare la trama, mette 'na tristessa! Il bello (o il brutto, dipende) è che le storie d'amore non sono mai così; un "vaffa" ci sta spesso e volentieri. Il bagno va pulito e mentre uno lo fa, l'altro pensa sgrassare le pentole, mica a rincorrere la cabrio della biondina di turno. 
Poi, lo sfondo è sempre il verde della campagna, il mare che sbatte sugli scogli, il vento che muove le "fresche fresche".Per una volta però, pensate a una città come Milano. 
La storia sarebbe diversa e potrebbe assomigliare a una cosa del genere: Mario, operaio, conosce Claudia al bar nel quartiere popolato dai cinesi. Lui pugliese, ma settentrionale d'adozione, lei milanese e figlia di un muratore siciliano. Si fidanzano, vanno a convivere, si sposano. Lui perde il lavoro e lei va a fare le pulizie. Poi lui viene assunto da una ditta in periferia e tra uno spostamento e l'altro trova anche il tempo di flirtare con la collega "maschia". Morale?  Mario cornifica Claudia che resta sola, senza lavoro e con un figlio. 
Dalla bocca di Claudia, ci posso scommettere, non usciranno belle parole, altisonanti e poetiche come quelle pronunciate dalla Marlen, Brigitte, Sophie di turno, nel film. No, Claudia dirà tante di quei "porchi" che anche un alpino veneto in pieno "smadonnamento" post sbronza si vergognerebbe. 
Quindi, care le mie Inga e Rosamunde, vi prego di smetterla. Il "c'era una volta", non vale per tutti!

giovedì 25 agosto 2016

Giovedì... Normali pensieri di ordinaria follia

Il Giovedì è più di un semplice giorno.
Il Giovedì è quel momento in cui, in una galleria, cominci a vedere i primi scampoli di luce del sole.
Il Giovedì è più di un "giro di boa" e quasi un "e vai che siamo arrivati".
Il Giovedì si sta come i bambini appiccicati al forno mentre cuoce la torta. Pregustando già lo zucchero.
Alla fine, il Giovedì sarebbe ancora meglio, se si chiamasse Venerdì.

lunedì 22 agosto 2016

LA LUNGA LISTA DELLE INTOLLERANZE

C'è chi è intollerante al latte, chi alle uova, chi al lievito e chi, come me, a tante cose al mondo. 
Come si sarà sicuramente già capito dai precedenti post, non ho un caratterino propri facile e se vogliamo essere sinceri, nemmeno tanta pazienza. Anzi, per me la parola stessa si ferma a "PA". 

Non sopporto parecchie - forse troppe - persone, cose, situazioni. Primo tra tutti i lenti. Quelli che per allacciarsi le scarpe impiegano un anno, quelli che per mangiare ci mettono due ore, quelli che quando guidano non sono prudenti, ma semplicemente riflettono sul senso della loro esistenza, sulla presenza dell'aldilà e si dimenticano di avere un pedale per accelerare e una leva del cambio da usare, quelli che, insomma, chiamo i "poggiapiano".  
Non sopporto quelli perennemente a dieta (sarà che io sono tutto, tranne che una salutista - e si vede), quelli che "ma che, scherzi? Sai che dovresti eliminare tutte le verdure rosse, gialle, arancioni e nutrirti solo di quelle verdi perché sono le uniche magre?". Quelli che fino a ieri erano onnivori e adesso mangiano solo cose senza proteine, carboidrati, potassio, "azzi e mazzi". Quelli che non solo adottano delle assurde filosofie di vita radical chic - che poi, nemmeno sappiamo cosa voglia dire davvero - ma pretendono di cambiare anche te che de radical non ti sei mai preoccupato, anzi; tu che hai sempre pensato "radical? Se magna pure quello!". 
Odio quelli che devono essere simpatici sempre! Ma rilassatevi. Tanto lo sappiamo che quando non vi vede nessuno fate le cose peggiori. Come dice sempre quella santa di mia nonna (sempre lei, si, la mia musa) "u' chiu pulit, ten a zella" - il migliore tra tutti ha la rogna.
Non sopporto il rumore della mia macchina che, avendo il tetto panoramico, vibra e fa vibrare anche il mio cervello, confondendomi le idee. Naturalmente odio anche chi, salendo e sentendomi lamentare, mi ripete "ma dai, che bello hai il tettuccio, di cosa ti lamenti". Odio il vicino di casa che urla e che accende l'aspirapolvere alle due del pomeriggio, ma che visto che lo fa lui va bene; se ci provo io, salta come un grillo su per le scale nonostante i 100 anni e viene a cazziarmi, difendendo il suo diritto al riposo pomeridiano del sabato.
Odio le cassiere al supermercato; secondo me, al colloquio, le scelgono un po' "svampy", altrimenti non si spiega come mai si facciano ore e ore di fila. Tuttavia, odio anche le casse automatiche che, puntualmente, non funzionano mai. 
Odio i programmi radiofonici che passano sempre le stesse canzoni, tre, quattro, cinque volte al giorno! Anche un santo si romperebbe le balle!
Odio i bagnoschiuma che puzzano di pino perché se avessi voluto "sapere" di natura, bastava la puzza di sudore, no?! 
Non sopporto la frutta perché la compri oggi e domani fa già schifo. La conseguenza è che ti ritrovi a buttare nella pattumiera decine di euro, come fossero stracci. 
Ho poca simpatia per il caldo e ancora meno per il freddo. Non amo l'aria condizionata che mi provoca giramenti di testa e contrazioni muscolari, ma in egual modo non tifo per il caldo che mi stressa, mi sfinisce, m'innervosisce!
Non mi piace essere felice "per finta". Credo che se uno ha voglia di mandare a ... il mondo, debba farlo. In modo convincente e sincero. 
In conclusione, potrei sembrare una spacca balle, ma in realtà sono simile alla maggior parte delle persone al mondo. E odio anche questo!


LAVAGNA CON CITATO JUST SAY NO


CHI VIVE SPERANDO...

Bene, bene, bene. Come già noto, sono tornata dalle vacanze. 
Tutti sappiamo cosa voglia dire e sappiamo che tutto quello che sto per scrivere - confermerete - vale per tutti.

Al rientro ci si sente per metà felici e per l'altra metà depressi, molto depressi.
Siamo già stanchi all'idea che le prossime giornate di ferie siano a Natale (forse) e nello stesso tempo, animati da buone intenzioni; si, siamo pieni di buone intenzioni.

Tanto per cominciare, il prossimo anno col cavolo che mi metto i pantaloncini in spiaggia... potrò andare in giro solo con il mio bel bikini nero appena comprato, con le chiappe sode al vento e senza timori perché rinnoverò il mio abbonamento alla palestra e mi dovranno supplicare per scendere dal tappeto e mettere via i pesi. Tié! Mangerò più fibre e meno dolci. Più insalata e meno pizze. 
Secondo poi, ho intenzione di smettere di lamentarmi della stanchezza pre-post-durante lavoro (che tanto mica sollevo massi). Anzi, voglio alzarmi prima, fare delle abbondanti - ma non troppo - colazioni e uscire di casa presto, in modo da arrivare in ufficio puntuale, anzi no, in anticipo. 
Terzo inoltre, organizzerò meglio i tempi, stilerò una lista delle priorità e riuscirò ad avere più tempo per me stessa e per le persone care, riuscendo a risparmiare di più e all'occasione, fare shopping ragionevole e ragionato. Si, si, incontrerò anche le maggiori personalità al mondo e tra una cena diplomatica e una spolverata al mobile del salotto, riuscirò a portare la pace nel mondo.

Tante buone intenzioni... come ogni estate, come ogni anno. Beato chi crede nelle favole. 
Mia nonna, anche se in un dialetto molto diverso da quello veronese, diceva sempre che chi vive sperando, muore in modo brutto... "chi vive sperando, schiatta 'ngop o cess" (e scusate il francese)!

SONO APPENA TORNATA

Il trauma da rientro. La "botta 'n front" post relax. La ripresa dopo il "come mi chiamo?" delle ferie.
La verità è una: non importa quale lavoro, dove, perché, come, cosa; sempre e per sempre, al ritorno alle attività quotidiane post vacanza, avremo l'istinto di tapparci in casa, al buio, con le finestre chiuse e il telefono staccato per evitare di incontrare il mondo. Come tossici di ferie.
Che fatica stare al mondo... e torna in mente una famosa citazione: "sono appena tornato".


sabato 2 luglio 2016

SERENA, LA SPESA E IL SABATO

Vi racconto una favola... ehm, no! Mi correggo, una storia...
C'era una volta una giovane donna, poco paziente, ma che come tutte le persone adulte era costretta a fare una cosa che proprio non sopportava fare... andare al supermercato.
Serena era il suo nome e non odiava fare la spesa in sé, ma il fatto di dover lottare contro un sacco di persone che oltre ad aver dimenticato a casa la lista delle cose da comprare, sembrava aver abbandonato il cervello al primo Autogrill.
Come avrete capito, la storia è puramente autobiografica e riferimenti a cose e persone non sono per nulla casuali.

Io dico: "porca paletta" (perché sono una SIGNORA, altrimenti sai che termini...), cosa vi costa concentrarvi su quello che dovete mettere nel carrello?

Un supermercato è basato su un modello facile da capire e da affrontare; c'è l'entrata, START, ci sono una serie di corsie da percorrere spingendo un trabiccolo su quattro ruote e, alla fine, le casse.
"Che ci vuole?" direte voi, ma pensate bene a cosa capita tutte le volte che affrontate LA SPESA settimanale (perché diciamolo, uno, sano di mente, se può, al supermercato ci va una volta alla settimana). Si entra e già si aspetta che la coda defluisca perché (subito!) ci si ritrova a combattere con gli indecisi... quelli che "vado a destra o a sinistra?". La risposta sarebbe un vero e proprio invito ad andare a fa... (e ci siamo capiti)... re quello che si vuole, purché si tolga dai piedi.
Superate le prime corsie,
si arriva all'angolo della verdura e tutti a palpeggiare le melanzane, i peperoni, i meloni. Gente che annusa, gente che gratta con l'unghia albicocca per albicocca, chi si improvvisa esperto di alimenti bio e chi prende il guanto ad una velocità bradipesca, lasciando il carrello in mezzo ai corridoi affollati. Che rabbia! La pazienza ti sfugge e proprio in quel momento prenderesti a sberle la signora del guanto, a testate quello che palpa l'anguria e tutte le mele che ci sono sul banco per cominciare a tirarle a qualsiasi persona ci sia nell'arco di diversi metri.
Tuttavia, il viaggio continua perché molto educatamente fingi di non vedere e non sentire.

Cammini, cercando di andare a zig-zag, evitando la signora che si trascina tra la corsia dei detersivi ragionando sul senso della vita e su come eliminare la macchia sulla camicia del marito (quel cretino che quando ci sono gli spaghetti al pomodoro, mette sempre vestiti bianchi), il bambino che sta distruggendo la busta di sabbia per gatti (tanto i genitori non lo guardano...), il ragazzotto che "fila" con la signorina delle casse come fosse a UOMINI E DONNE.
Fior fior di intellettuali che spulciano tutte le etichette nel supermercato, non importa se sia quella della carne, quella dello yogurt o quella dello zerbino. Tutti alla ricerca maliziosa dell'appunto da fare al punto informazioni "eh, ma questo straccio di microfibra ha ben il due fili di cotone all'interno!" oppure "eh, ma questo barattolo di cibo per gatti è a solo 4 metri dalla corsia degli articoli per il giardino".
Che palle! Non è casa vostra. Adattatevi! Non c'è da stupirsi se i commessi poi, mandano tutti a quel paese o prendono in giro! A proposito, massima comprensione!

Pian piano stai collezionando quello che ti serve e conti di completare la missione entro pochi minuti, solo l'ultima cosa e... finalmente la cassa. Già, la cassa...
Mi sono sempre chiesta cosa esattamente le persone non siano in alcun modo capaci di fare. La risposta è aspettare, ordinatamente, senza rompere le scatole.
C'è la cassiera lenta che "bippa" ogni articolo come se dovesse accarezzarlo e la mamma che litiga con il figlio più piccolo per le dita nel naso (cercando di mettere sul rullo la confezione d'acqua), mentre la coda di carrelli in attesa si allunga e il signore sessantenne che cerca di passarti avanti pensandoti stupida... il caos! Non ci capisci nulla e nella tua testa è veramente partito il conto alla rovescia. Alcuni minuti e sarai LIBERA!
Ancora, non è tutto, perché sul più bello che la persona davanti a te sembra aver finito di mettere le ultime cose sul nastro scorrevole, eccola... la moglie, che arriva con una mano in alto urlando "permesso, sono con lui! Scusate, permesso! Arrivo... " e intanto, butta alla rinfusa sulla cassa un pacco di assorbenti, due confezioni di shampoo, quattro mutande di cotone, un flacone di detersivo per i piatti, il pacco di merendine, la lampadina a risparmio energetico, il set di smalto per unghie, il prosciutto crudo e una busta di latte parzialmente scremato (insomma, un altro carrello di cose). Tu, con fare disperato la guardi, chiedendole di non prendere altro, così da alleviare la pena, ma lei ... TAC! ... in appena pochi centimetri di stand espositivi, riesce a prendere le batterie per il telecomando, le lamette per il rasoio, le caramelle alla menta, la ricarica per il cellulare e i cioccolatini alla nocciola.



Diciamolo! Andare al supermercato il Sabato è come condannarsi da soli alla flagellazione. Si entra pieni di speranze e si esce stanchi, distrutti, peggio che andare in ufficio tutti i giorni.



domenica 19 giugno 2016

PENSIERI H24

Interessante e difficile allo stesso tempo: individuare e seguire il flusso di pensieri di una donna
Siamo dei veri e propri "mostri". Non solo facciamo tante cose tutte nello stesso momento, ma pensiamo anche a diverse cose contemporaneamente, spesso nemmeno seguendo lo stesso filo logico. 
Ci svegliamo la mattina e già nei primi secondi (involontariamente) elaboriamo un piano sintetico della giornata. Colazione, vestiti, lavoro, pranzo, lavoro, libera uscita, cena, divano, televisione, letto. 
Beviamo il caffè e pensiamo a non macchiarci perché abbiamo addosso la maglietta bianca (che poi smacchiarla è un casino!). Pensiamo che avremmo potuto indossare la camicia nera con il maglioncino leggero. Magari invece, avremmo dovuto optare per la camicia. Nel frattempo, stiamo uscendo di casa, truccate, ancora fresche di crema idratante (che dovremo mettere in frigo perché si conservi bene). 
Entriamo in ufficio e già pensiamo a tutti quei documenti da preparare e le telefonate da fare (che sono le 08.30 della mattina e abbiamo solo altre otto ore davanti per farle tutte). Accendiamo il pc e pensiamo a cosa potrebbe succedere nel caso avessimo lasciato il gas aperto senza accorgercene (anche se ieri sera abbiamo cenato da amici e avremmo fatto in tempo a saltare in aria ... ), leggiamo la prima e-mail e mentre elaboriamo il modo migliore per rispondere, sentiamo il ticchettio dei passi della collega che sta andando in bagno e, in silenzio "vorremo tanto avere le stesse scarpe", ma anche no perché tanto non sappiamo camminare sui tacchi e faremmo la figura di quella ragazza che in città, due anni fa, sembrava trascinare dei pesi alle caviglie talmente li indossava male (e che marca erano? O non erano...). 
 

 
Se vedete una donna intenta alla guida, naturalmente sta passando in rassegna cosa debba fare: freccia se si deve spostare, scalare per superare, guardare lo specchietto prima di frenare, alzare il dito medio se necessita di "fanculizzare". Tuttavia, sta pensando che Maria, la ragazza del supermercato, amica di Andrea e Paolo del bar, ha la stessa macchina di quello davanti. "Chissà se sta ancora quel ragazzo di Parma". 
Mentre "soffochiamo" a causa del sorso d'acqua, pensiamo che l'ultima volta siamo state così male solo quando il nostro fidanzato ha macchiato la camicia con il pomodoro, dopo che fresca di ferro da stiro, l'ha indossata per andare a vedere la partita e al ritorno, più che un capo d'abbigliamento, sembrava la tovaglia della cena con i parenti. Vino e olio: ecco cosa avremmo dovuto comprare al supermercato, ci toccherà ritornare domani. Magari guardiamo prima cosa manca nella dispensa. 
 
Arriviamo a sera distrutte. Per forza, più che cervelli, i nostri, sono computer attivi h24!

venerdì 10 giugno 2016

Per quest'anno ... costume

Finalmente, Dio (o chi per esso) ha guardato in giù e con il cuore pieno di spirito di sacrificio e (tanta) rassegnazione, mi ha concesso di realizzare il sogno di una vita: stare in spiaggia, in costume, senza pantaloncini o teli a coprire la cellulite.
L'estate é cominciata bene: mare cristallino, montagna a picco sul mare e un lembo di sabbia dove non incontri più di cinque o sei persone. Per i magri, mi spiego meglio: il paradiso della pancetta. Il festival del "senza vergogna", il nirvana del "chissene" se i glutei assomigliano a un canyon. Tutta vita!

Mare e spiaggia



Belle le ferie..

"Bella la vita se durasse" dicono al mio paese. Mi verrebbe da aggiungere "anche le ferie".

Se tornassi indietro ai tempi della scuola  (ai tempi del tema da scrivere) e mi chiedessero di scrivere cosa siano per me le ferie, bhe, con molta (moltissima) licenza poetica le definirei come "l'apostrofo rosa" tra VAFFA e 'NCUORE, come la brezza leggera tra l'attimo di terrore per il suono della sveglia e la depressione per la giornata a venire. La corda che ti lanciano all'ultimo secondo, prima di cadere. La boccata di ossigeno quando da una stanza affollata, si esce sulla terrazza. La scarpa da tennis che metti in auto per il cambio, al rientro da una serata sui tacchi. Il cerotto che metti per arginare il taglio. Il pane che salva la situazione quando ti manca l'aria perché hai mangiato piccante. Il dolce a fine pasto (quando la portata principale erano broccoli). La taglia giusta che finalmente trovi in un negozio affollato, durante i saldi. La sabbia che calpesti dopo tanto camminare sull'asfalto. Gli ombrelloni aperti al sole dopo tanta pioggia.

Ah, si, belle le ferie.. e magari durassero.

Sedie sulla spiaggia

giovedì 26 maggio 2016

Estate... ZIN ZIN

Cosa "fa" estate? Vediamo... forse le giornate lunghe? I sandali e il melone affettato che torna a cena?
Tutto vero, ma c'è qualcosa che davvero indica l'inizio della "bella stagione": la citronella, lo zampirone, le macchie di sangue sul muro e l'impronta della ciabatta, il prurito che segue la puntura di una zanzara.
Il ronzio fastidioso, rigorosamente avvertito nel cuore della notte, sta all'estate come la cozza sta allo scoglio. Come l'acaro al tappeto. Come le polpette al sugo. Come i "bisi" al riso.
Presa dalla disperazione, mi sono spesso chiesta il perché dell'esistenza della zanzara. Già dal nome si capisce come sia un insetto inutile. Dai, l'ape serve per il polline e il miele, ma la ZANZARA? Trasmette le malattie, ti punge e ti gratti, ti sfreccia attorno con quel rumore fastidioso che assomiglia alla vibrazione del cellulare, ti costringe a lotte senza fine nel cuore della notte. Tu contro di lei: tu sul letto con l'infradito in mano, pronta a colpire qualsiasi ombra si muova sul muro. Lei fiera e veloce, furba. Ti "sfotte" ti passa vicino e rallenta, poi appena vede che accenni a colpire... TAC! Schizza via, lasciandoti delusa e (argh!) arrabbiata, nera, depressa e disperata. 
Le proviamo tutte: il filo di rame nei vasi delle piante, lo zampirone, le candeline gialle sparse in tutta casa che al confronto il Duomo di Milano... "levate". Lo spray per la pelle e quello da spruzzare nelle camere (e che puzza). Guai a lasciare la luce accesa e le finestre aperte! Zanzariere a strappo, fisse, a scomparsa. Dormire coperti anche con il vento torrido del deserto (che tanto poi, le zanzare si infilano anche sotto i tessuti). CHE ANSIA!
Inoltre, sapete quale sarebbe il bello? Le zanzare non muoiono MAI! Ci sono sempre. Le trovi da Maggio a Ottobre e poi da Novembre ad Aprile. 
Altro che "povere zanzare, non sono mai gradite...". Poveri noi! 

martedì 24 maggio 2016

BENEDETTI SOCIAL NETWORK

Al giorno d'oggi siamo tutti "schiavi del cellulare", "imprigionati nei social", "incapaci di instaurare rapporti reali e autentici"... ma chi se ne frega? No, dico, un detto popolare cita "chi si fai fatti suoi campa cent'anni". Facciamoceli allora, tutti, una bella dose dei propri. 
Anche se...

Devo dire la verità: fare pausa con Facebook è come uscire dalla porta. Sarà che è una bella piazza dove tutti "lavano" i propri panni, sarà che ci sono persone che fanno dei veri propri report della giornata, pranzo e toilette inclusi (esagerati!), ma ci sono parecchie "pagine" e post che fanno sorridere e, a volte, proprio ridere.
Pubblicate su "Se i social network fossero sempre esistiti" ci sono le risposte al vetriolo di uno spregiudicato Verga a un educato e sognatore, quasi infantile, Leopardi. Anna Bolena che risponde alla cugina Elisabetta, come se potesse ancora litigare. Geniale! Questa "pagina" è superba!
Come resistere e restare impassibili ad un like di Antonella Clerici su un post di Arcimboldi (naturalmente cliccato per finta), mentre viene criticato da Picasso per i suoi quadri che ricordano una ricetta culinaria. Tra poco, me lo immagino e forse ci spero, si potrà leggere di Frida Kahlo che critica lo Yeti per la peluria tra gli occhi. Non fraintendetemi: rispetto profondo per la pittrice.
Il nesso logico tra gli scambi di battute che coinvolgono personaggi vissuti e morti, appartenenti a periodi storici diversi? Nessuno, questo è il punto. Spesso l'ironia è sottile, elegante, intelligente.

Quindi, (mi rivolgo al simpaticone che in pausa pranzo arriva criticando i giovani di oggi, persi dietro al cellulare) perché non ignorate il fatto che io sia al tavolo, seguendo il filo dei miei pensieri? Magari sto leggendo di Adamo che vuole abbattere l'albero di mele, in accordo con Newton. Magari sto pensando a Dante che viene sbeffeggiato da Beatrice per essere arrivato tardi. Magari D'Annunzio sta cercando di conquistare Poppea, promettendole un attico vista lago.







giovedì 19 maggio 2016

Mia nonna e le previsioni

Che dire? Avete già fatto "l'albero"? Avete scelto dove passare la "settimana bianca"? Alla fine è Novemb... ah no! Maggio! Che stupida!
La verità è che non ci si capisce più nulla: freddo, caldo, freddo, caldo. Mai frase è stata più vera di "non ci sono più le mezze stagioni". Alla fine però. chi se ne frega; oggi, con Giugno alle porte, ci sono pochi gradi, ma tanta acqua! Non se ne può più. 
La pioggia, specialmente con queste temperature e in questo periodo, confonde! Cosa mi metto? Che scarpe? La gente è indecisa, confusa. Vai a fare la spesa e vedi persone vestite con felpe imbottite, ma con i sandali ai piedi. La Domenica vai al mare (quei pochi fortunati che ci vanno) e il Martedì hai il piumino sulle spalle. L'influenza dilaga, i mali "di stagione" (si, ma di quale, non si sa) appestano la comunità. 
Anche uscire di casa diventa una scommessa. "Esci?" - chiedeva sempre mia nonna quando qualcuno inforcava la porta. "Si" - "allora mettiti il maglione sulle spalle che viene a piovere e senti freddo". Ora, questa frase, detta il 24 Dicembre come il 12 Agosto, veniva poco considerata. Tuttavia, a ben pensarci, mia nonna ci ha sempre azzeccato! Altro che esperti del meteo, indovini, maghi e via di seguito... mia nonna l'ha sempre saputo. L'immagine della neve che cade la Domenica, ad Agosto, sicuramente l'ha ispirata lei!
Se, di norma, quando si esce di casa la mattina, ci si preoccupa di prendere la giacca, la borsa, l'ombrello... con un tempo del genere, ci si deve attrezzare e le persone "scordarelle" devono fare tanti nodi al fazzoletto per ricordare: stivali di gomma, sciarpa, felpa leggera e maglione, gommone in caso di allagamenti, borsa dell'acqua calda, paracetamolo, termometro, le catene da neve...
L'ho già scritto e ne sono fortemente e sinceramente convinta: non ci si capisce più. C'è "qualqudra che non cosa". Io so solo che tra qualche giorno dovrebbe iniziare la stagione delle piscine, della spiaggia, dell'anguria, del gelato, dell'aria fresca all'ombra di una tettoia. Quindi, una domanda sorge spontanea: estate dove sei?
LA FOTO DI DUE PERSONE AL POLO NORD


sabato 30 aprile 2016

L'IKEA, l'uomo e la donna

Andare all'IKEA è sempre bellissimo.
Diciamo la verità, non ci si va solo per i mobili. .
L'ideale è,  e posso dirlo per esperienza, arrivare al negozio per ora di pranzo. Fermarsi al piano terra per un spuntino al volo ... giusto un paio di cartocci di patatine, due panini a pochi centesimi,  45 giri di ricarica bevande e un gelatino "a ciuffo".
Una volta consumato il pranzo leggero (si fa per dire ... ), con aria soddisfatta e abbastanza somigliante a quella che si ha dopo il pranzo di Natale, si sale sulle scale mobili (che il costruttore e i progettisti hanno messo, non a caso, proprio vicino all'area ristorante).
Saliti al primo piano,  si apre l'esposizione divani. Ah!  Che pacchia! Tutti a provarli!  Dai, chi non l'hai mai fatto almeno una volta? Ti alzi da uno e ti sdrai sull'altro. Poi ti giri e ti appoggi a un altro, annuendo con aria complice alla vecchietta che, dolorante a causa dei calli, sta facendo la stessa cosa e ti guarda perplessa.
Di bracciolo in cuscino,  arrivi al reparto sedie e cucine e lì apri tutti gli sportelli, tutti i cassetti, tutti i forni e lavastoviglie che trovi. Nemmeno dovessi trovarci " Narnia". Tutte le volte la stessa espressione di meraviglia, come se fino a quel momento, in casa tua, non ne avessi mai avuti. 
Tocchi tutto. Commenti tutto,  compreresti tutto.
La gita (perché tanto è così che la viviamo tutti) procede senza intoppi.
A fare il danno è il reparto "mercato" al piano di sotto.  Un intero settore pensato da Satana in persona,  al quale ci si approccia solo una volta rifocillati al bar e liberati dai liquidi con la tappa Toilette.
Scendi le scale e già TI SERVE TUTTO. La candela alla mela,  quella al cocco, anzi no,  visto che ci sono ne prendo "ventordici" pacchi alla vaniglia. La pinza per l'insalata e la tazza per la colazione, visto che la tua si é sbeccata,  ma dato il prezzo, ne prendo altre quattro, così con quella rovinata che ho già fanno cinque e ne posso usare una diversa ogni giorno.  Il cesto per la biancheria,  la lampadina che cambia colore... "oh,  anche la teiera che,  anche se domani ufficialmente siamo a Maggio, il tea caldo me lo bevo lo stesso". Il tappeto,  la tenda,  il cuscino da esterno,  il contenitore per cassetti (oddio, ma quanto ho speso?!).

Intanto,  mentre la donna continua a macchinare e a rimbalzare da uno stand all'altro,  l'uomo, stanco già dal primo minuto, si aggira con aria di chi ha fatto la guerra, armato della tipica borsona gialla in plastica sulla spalla. Poi, una volta arrivato in un angolo si perde con il cellulare, guardandosi attorno con l'aria di un investigatore privato. La stessa scena si ripete ad ogni cantuccio, dove lei non lo può vedere. Tuttavia, nonostante lo scarso tentativo di nascondersi, la donna arriva e gli chiede speranzosa " ho visto quel bellissimo vaso verde da abbinare alla tovaglia color giallo, da mettere sul tavolo, sotto la lampada lunga che abbiamo a casa. COSA NE PENSI? ".
ATTIMO DI PAURA. 
Lo sguardo perso di lui vuol dire tutto. Dopo un fragoroso sbadiglio,  arriva il responso: " non lo so".
LA FINE. Ci restiamo talmente deluse che viene meno ogni nostra fantasia, voglia di shopping e piacere di vivere. Lo abbandoneremmo lì.
Molte lettrici si rivedranno in quanto ho scritto sopra. Sappiate che, almeno per quanto mi riguarda, non ho esagerato, anzi. A causa di un "non lo so" in più, sto tornando a casa senza tende... per la quarta volta!

mercoledì 27 aprile 2016

DAY 4: THE END

Ahimè, sembrava un weekend lungo, lunghissimo, invece è arrivato anche l'ultimo giorno.

Una cosa ancora non avevamo "assaporato": il mare
Che dire... possiamo solo inchinarci e rimanere sbalorditi da quanto bello sia il mare a Taranto
La litoranea è lunghissima e più strada fai, più limpida diventa l'acqua. Talmente chiara e trasparente che anche con il forte vento e l'aria freddina, ti ci tufferesti senza pensarci (che poi, al sole, si stava proprio bene). Sembrava estate da quanto il colore blu ti riempiva gli occhi. 
Posso tranquillamente dire, senza paura di essere smentita, che sembrava di stare ai Caraibi. 
Mi sono convinta sempre più che quello fosse mare, non l'acqua verdino smunto che abbiamo in molte nelle nostre zone (per carità, in mancanza d'altro va bene pure quello). "Ciaone".

Come poteva continuare la giornata se non con una bella mangiata di pesce? Fresco fresco, cotto e preparato a casa! 
Mi preme fare i complimenti alla cuoca, senza ombra di alcun dubbio, fantastica.
Delle orate talmente belle e buone che mi saltavano in bocca da sole. La pasta alle cozze si arrotolava da sé attorno ai denti della forchetta. 


 
Credo che la vita debba essere così: una mattina al mare e un piatto di buon pesce, in un clima gioviale e goliardico. Non la smetterò mai di ricordare che persone meravigliose abbiamo incontrato e conosciuto meglio! 

Il nostro tour gastronomico si è concluso con una "ciccioneria" enorme, scandalosa, ma buona, proprio tanto buona. Mi sono sciolta davanti agli straccetti di pizza fritta alla cioccolata (ancora ne sento il sapore). Credo di essere ingrassata 4 kg in un fine settimana, ma ragazzi, che vita!

Con il mare negli occhi e la "panza piena", credo proprio che queste giornate mi mancheranno parecchio.