giovedì 26 maggio 2016

Estate... ZIN ZIN

Cosa "fa" estate? Vediamo... forse le giornate lunghe? I sandali e il melone affettato che torna a cena?
Tutto vero, ma c'è qualcosa che davvero indica l'inizio della "bella stagione": la citronella, lo zampirone, le macchie di sangue sul muro e l'impronta della ciabatta, il prurito che segue la puntura di una zanzara.
Il ronzio fastidioso, rigorosamente avvertito nel cuore della notte, sta all'estate come la cozza sta allo scoglio. Come l'acaro al tappeto. Come le polpette al sugo. Come i "bisi" al riso.
Presa dalla disperazione, mi sono spesso chiesta il perché dell'esistenza della zanzara. Già dal nome si capisce come sia un insetto inutile. Dai, l'ape serve per il polline e il miele, ma la ZANZARA? Trasmette le malattie, ti punge e ti gratti, ti sfreccia attorno con quel rumore fastidioso che assomiglia alla vibrazione del cellulare, ti costringe a lotte senza fine nel cuore della notte. Tu contro di lei: tu sul letto con l'infradito in mano, pronta a colpire qualsiasi ombra si muova sul muro. Lei fiera e veloce, furba. Ti "sfotte" ti passa vicino e rallenta, poi appena vede che accenni a colpire... TAC! Schizza via, lasciandoti delusa e (argh!) arrabbiata, nera, depressa e disperata. 
Le proviamo tutte: il filo di rame nei vasi delle piante, lo zampirone, le candeline gialle sparse in tutta casa che al confronto il Duomo di Milano... "levate". Lo spray per la pelle e quello da spruzzare nelle camere (e che puzza). Guai a lasciare la luce accesa e le finestre aperte! Zanzariere a strappo, fisse, a scomparsa. Dormire coperti anche con il vento torrido del deserto (che tanto poi, le zanzare si infilano anche sotto i tessuti). CHE ANSIA!
Inoltre, sapete quale sarebbe il bello? Le zanzare non muoiono MAI! Ci sono sempre. Le trovi da Maggio a Ottobre e poi da Novembre ad Aprile. 
Altro che "povere zanzare, non sono mai gradite...". Poveri noi! 

martedì 24 maggio 2016

BENEDETTI SOCIAL NETWORK

Al giorno d'oggi siamo tutti "schiavi del cellulare", "imprigionati nei social", "incapaci di instaurare rapporti reali e autentici"... ma chi se ne frega? No, dico, un detto popolare cita "chi si fai fatti suoi campa cent'anni". Facciamoceli allora, tutti, una bella dose dei propri. 
Anche se...

Devo dire la verità: fare pausa con Facebook è come uscire dalla porta. Sarà che è una bella piazza dove tutti "lavano" i propri panni, sarà che ci sono persone che fanno dei veri propri report della giornata, pranzo e toilette inclusi (esagerati!), ma ci sono parecchie "pagine" e post che fanno sorridere e, a volte, proprio ridere.
Pubblicate su "Se i social network fossero sempre esistiti" ci sono le risposte al vetriolo di uno spregiudicato Verga a un educato e sognatore, quasi infantile, Leopardi. Anna Bolena che risponde alla cugina Elisabetta, come se potesse ancora litigare. Geniale! Questa "pagina" è superba!
Come resistere e restare impassibili ad un like di Antonella Clerici su un post di Arcimboldi (naturalmente cliccato per finta), mentre viene criticato da Picasso per i suoi quadri che ricordano una ricetta culinaria. Tra poco, me lo immagino e forse ci spero, si potrà leggere di Frida Kahlo che critica lo Yeti per la peluria tra gli occhi. Non fraintendetemi: rispetto profondo per la pittrice.
Il nesso logico tra gli scambi di battute che coinvolgono personaggi vissuti e morti, appartenenti a periodi storici diversi? Nessuno, questo è il punto. Spesso l'ironia è sottile, elegante, intelligente.

Quindi, (mi rivolgo al simpaticone che in pausa pranzo arriva criticando i giovani di oggi, persi dietro al cellulare) perché non ignorate il fatto che io sia al tavolo, seguendo il filo dei miei pensieri? Magari sto leggendo di Adamo che vuole abbattere l'albero di mele, in accordo con Newton. Magari sto pensando a Dante che viene sbeffeggiato da Beatrice per essere arrivato tardi. Magari D'Annunzio sta cercando di conquistare Poppea, promettendole un attico vista lago.







giovedì 19 maggio 2016

Mia nonna e le previsioni

Che dire? Avete già fatto "l'albero"? Avete scelto dove passare la "settimana bianca"? Alla fine è Novemb... ah no! Maggio! Che stupida!
La verità è che non ci si capisce più nulla: freddo, caldo, freddo, caldo. Mai frase è stata più vera di "non ci sono più le mezze stagioni". Alla fine però. chi se ne frega; oggi, con Giugno alle porte, ci sono pochi gradi, ma tanta acqua! Non se ne può più. 
La pioggia, specialmente con queste temperature e in questo periodo, confonde! Cosa mi metto? Che scarpe? La gente è indecisa, confusa. Vai a fare la spesa e vedi persone vestite con felpe imbottite, ma con i sandali ai piedi. La Domenica vai al mare (quei pochi fortunati che ci vanno) e il Martedì hai il piumino sulle spalle. L'influenza dilaga, i mali "di stagione" (si, ma di quale, non si sa) appestano la comunità. 
Anche uscire di casa diventa una scommessa. "Esci?" - chiedeva sempre mia nonna quando qualcuno inforcava la porta. "Si" - "allora mettiti il maglione sulle spalle che viene a piovere e senti freddo". Ora, questa frase, detta il 24 Dicembre come il 12 Agosto, veniva poco considerata. Tuttavia, a ben pensarci, mia nonna ci ha sempre azzeccato! Altro che esperti del meteo, indovini, maghi e via di seguito... mia nonna l'ha sempre saputo. L'immagine della neve che cade la Domenica, ad Agosto, sicuramente l'ha ispirata lei!
Se, di norma, quando si esce di casa la mattina, ci si preoccupa di prendere la giacca, la borsa, l'ombrello... con un tempo del genere, ci si deve attrezzare e le persone "scordarelle" devono fare tanti nodi al fazzoletto per ricordare: stivali di gomma, sciarpa, felpa leggera e maglione, gommone in caso di allagamenti, borsa dell'acqua calda, paracetamolo, termometro, le catene da neve...
L'ho già scritto e ne sono fortemente e sinceramente convinta: non ci si capisce più. C'è "qualqudra che non cosa". Io so solo che tra qualche giorno dovrebbe iniziare la stagione delle piscine, della spiaggia, dell'anguria, del gelato, dell'aria fresca all'ombra di una tettoia. Quindi, una domanda sorge spontanea: estate dove sei?
LA FOTO DI DUE PERSONE AL POLO NORD