domenica 28 febbraio 2016

Cioccolato... possiedimi!

Stasera più che una tisana rilassante e paracetamolo, avrei mangiato volentieri una bella fetta di torta. Un vasetto di cioccolata, una piastra di biscotti, una vaschetta di gelato al cioccolato fondente e lamponi. Questa sera avrei davvero scelto di soffocare in calorie e calorie di dolciumi. 

Avete presente quando siete sul divano, dopo cena? Magari con la copertina sui piedi e il telecomando in mano. Ecco, proprio in questi momenti, in cui più che mai sento l'avvicinarsi del Lunedì, mi viene quel "leggero languorino" che colpiva la signora "in oro" della pubblicità. Solo che lei veniva sempre accontentata con una piramide golosa di cioccolatini (e stupida, ne prendeva solo uno), mentre, per come mi sento ora, non basterebbe l'intera fabbrica Wonka. 
Pazienza se poi non entro nei jeans... ci sono abituata.

Tazzine riempite con cioccolato


IL NUOVO ITALIANO

Figura di omino con in mano dei libriMia madre e mia sorella potranno confermare: ho coniato così tante parole nuove che la maestra di "petaloso", ne avrebbe scritto un saggio breve. Non sarebbe bastata una lettera.

Perle come ACICELLA e SPETECCHIO non possono passare inosservate e cadere nel dimenticatoio.
La prima, creata e "partorita" una mattina di molti anni fa, mentre di fretta cercavo di prepararmi per non perdere l'autobus. Figlia di un lampo di genio, misto a blocco della lingua, ACICELLA vuole indicare una "ragazza nervosa ai limiti di un iracondo episodio nel pieno di una tempesta ormonale" ... (potete prendere fiato ora)
SPETECCHIO invece, rimanda a una situazione imbarazzante venutasi a creare a causa di un personaggio incapace di uscire da un parcheggio senza urtare la vettura dietro (la mia).
Potrei continuare all'infinito: INGELLATI (riferito a capelli acconciati grazie a secchi di gel), SQUANFIDA (aggettivo che attribuisce alla persona caratteristiche di bruttezza fisica e non).

Tuttavia, credo, come molti hanno fatto notare, che prima di lanciarsi in campagne pro-nuove parole, bisognerebbe capire e rispettare la nostra bella lingua. Parlare e scrivere con i giusti tempi verbali. Anche i congiuntivi.


sabato 27 febbraio 2016

Alza il volume!!

Sapete a cosa non rinuncerei, mai e poi mai? Ai cinque minuti passati in macchina, guidando e cantando con tutto il volume al massimo.
Quanti come me?

Se la libertà potesse definirsi una cosa semplice, ecco per me cosa sarebbe.
Una pazza (io) al volante che perde la voce.

La routine, le persone e a volte la vita stessa, ti succhiano l'energia e credere di riuscire ad arrivare alla fine della giornata diventa difficile.
Come tutti i giornali, settimanali e mensili su salute e benessere, comandano e predicano, fa bene prendersi anche solo pochi attimi per noi stessi.

C'è chi ricorre a metodi piuttosto faticosi, ammazzandosi di esercizio fisico, palestra, fitness, per due ore al giorno (e non fanno male, pensa che fisico). C'è chi si sfoga mangiando qualsiasi cosa capiti sotto al naso. C'è chi cede a "rimedi killer" e dipendenze.
Tuttavia, un po' perché lo faccio e sono di parte e un po' perché funziona davvero, salire in auto, sintonizzare sul canale radio preferito, alzare il volume... è una mano santa! Nel momento in cui ci si lascia prendere, cantare, anche parole a caso, diventa naturale. Non ti sente nessuno.
Ti vedono magari, ma ti senti solo tu e credetemi, questo è l'importante. Questa è LA vera "figata".


mercoledì 24 febbraio 2016

Ci sono canzoni che...

Foto di ragazza con cuffie per ascoltare musicaCi sono canzoni che ti restano nel cuore. 
Ci sono canzoni che non si fanno solo ascoltare, ma si fanno anche sentire. 


Di solito, il primo pezzo che passa la radio la mattina, ti accompagnerà tutta la giornata. Ti resta nelle orecchie e, anche se non sembra, ti resta sotto la pelle. 

Con il passare delle ore, ne sentirai altre di canzoni, ma non tutte ti faranno lo stesso effetto. 
Ci sarà il brano che ti farà tornare in mente quanto sia bello sorridere. Ci sarà il brano che ti riporterà "solo certi momenti" e infine ci sarà il brano che ti farà arrabbiare. Tuttavia, non importa cosa ti trasmetterà, la verità è che ascoltare musica, appartenente a qualsiasi categoria, purché buona, ti fa sentire viva... e un po' di vita nelle vene, non fa mai male. 

Canzoni rabbiose, canzoni tristi, canzoni che parlano d'amore e altre che l'amore "te lo fanno passare". Straniere, italiane, non importa. Devono essere energia, devono farti vibrare l'anima.
Quante volte, durante la routine quotidiana, ci sono note che tornano in mente? Non solo; che carico di emozioni si portano dietro? Spesso ti travolgono, ti "mettono sotto" brutalmente, ti fermano il respiro per qualche secondo e poi ti spingono via. Ti prendono e ti lasciano come nulla fosse. 

In macchina, mentre guidi, la testa e la bocca seguono e rincorrono accordi e parole che scivolano via a modo loro. Canti. Urli, improvvisi, balli. Ascolti e interpreti canzoni che ti fanno compagnia. 
A casa, sul divano, permetti ad altre di cullarti. La mattina, e non solo, consenti loro di svegliarti e di dare il "LA" a quello che sarà poi. 

Ci sono canzoni che la scossa te la danno davvero.
Ci sono canzoni che ... senza non si può.

martedì 23 febbraio 2016

Delusione, cioccolatini e mille gusti

La delusione è un apostrofo nero in mezzo a "per un pelo" e "ci credevo". La delusione è quello che ti svolta in peggio la giornata, il motivo per cui ti chiuderesti in casa, sotto le coperte.

Scusate il post non propriamente leggero, ma a tutti capitano i momenti no. Anche a chi come me, pessimista per natura, cerca di "mandare in vacca" la vita a suon di "te ce manno a quel paese".

Ti alzi con il piede giusto, cerchi di far scivolare la giornata, senza intoppi, senza dover rimediare poi. SBAM! In un attimo, fine. Devi trovare altro in cui credere.

"La vita è una scatola di cioccolatini. Non sai quello che ti capita" diceva qualcuno. Io aggiungerei che sarebbe bello non dover sempre pescare tra i "mille gusti più uno" di Harry Potter... che tanto non beccava mai quella buona.

Cioccolatini

lunedì 22 febbraio 2016

Noia da pausa pranzo

La pausa pranzo di due ore ... proprio non passa!
Peggio mi sento se costretta a rimanere in mensa. 
Non funziona il tentativo di ingannare il tempo passando dal bagno prima di mangiare, non funziona scendere le scale a passo di bradipo zoppo e con frattura alla zampa, non funziona nemmeno mangiare con la velocità di un elefante stanco. 
Una volta finito quello che ho nel piatto? Leggo... un libro...no, non posso fare la persona cupa e ignorare i colleghi. Leggere un libro vorrebbe dire non poter perdere il filo. Giusto, allora cellulare alla mano, mi rincretinisco tra un post e l'altro, tra un social e un articolo sulla cellulite di qualche VIP. 
Almeno mi consolo.



domenica 21 febbraio 2016

Cinema e dipendenza da alcool

Qualcuno ha mai fatto caso a quanto bevono i personaggi dei film e delle serie televisive americane?
Film e telefilm made in U.S.A., che abbiano trame diverse o che parlino della stessa cosa, in realtà hanno in comune la vera e propria dipendenza da alcool. "Acqua: questa sconosciuta". 

Si svegliano e battezzano il nuovo giorno con il cocktail più alcolico del mondo. Pranzano e bevono vino rosso. Ricevono ospiti e via, offrono dell'altro vino (altro che noi italiani con il caffè). Escono e si fermano in qualche bar a bere "un bicchiere". Cena? Vuol dire una buona purea di patate, dei fagiolini tristi e un delizioso (... ironia) filetto con... un calice di vino rosso. Inoltre, tra un brindisi e l'altro, si ammazzano il fegato con la birra. I cattivi, di solito, brandiscono fucili e pistole con una mano e nell'altra hanno una bella birra fresca. 
Quando devono calmare qualsiasi tipo di dolore, fisico o mentale, oppure far passare il tempo... buttano giù liquore come fosse aranciata. Naturalmente poi, alla faccia del buon esempio, subito alla guida di una bella automobile, magari qualcosa dalle dimensioni di un transatlantico, così tanto per essere sicuri che in caso di incidente, riescano a far fuori quello che hanno travolto. 

Se tutti bevessimo quanto bevono i personaggi del cinema, gli alcolisti non sarebbero più tanto anonimi. 

tappi di bottiglia

Donna: angelo del focolare e demone vendicatore

Quando una donna si arrabbia esistono solo due cose in grado di placare la sua ira: una è la vendetta, l'altra è lo sfogo. Da donna, non so quale sia meglio e quale faccia più paura.

"La vendetta è un piatto che va servito freddo", dicono. No. In realtà, per noi è un piatto da servire sempre, quando ci va, in qualsiasi modo e per qualsiasi motivo. 
Noi donne non siamo per il "porgi l'altra guancia" e se lo facciamo è solo perché stiamo mentendo, stiamo facendo finta. Per noi è mettere alla prova; studiamo e cerchiamo di capire come girare attorno alle cose. Attenzione però. Guai a fare o dire qualcosa che ci provochi! Ogni donna è permalosa quanto basta. Femmina arrabbiata e offesa non è un bel mix, anzi...

gatto con espressione arrabbiata


Sfogarsi. Sfogarsi è quello che, prima e dopo la vendetta, ci gratifica di più. 
Di solito partiamo con il cadere nel mutismo totale. Ogni volta che ci viene chiesto cosa non vada, la nostra riposta è (e sempre sarà) "niente". 
Qualcuno ha già sottolineato il significato nascosto della parola "niente", pronunciata da una donna. In realtà, ciò che fa la differenza è il tono con cui lo diciamo. Detto con aria seria (e qui, segnatevelo amici uomini), non avrà grosso seguito. Terremo il broncio per un po', vi faremo pesare quello che avete fatto, ma non avrà effetti catastrofici. 
Cambia invece, quando "niente" viene detto con arietta "sfottò". Magari con il sorriso sulle labbra... 
Proprio quando sembra che ci "sia passata", sta veramente arrivando il ciclone. 
Dopo il "non ho nulla", seguono attimi di silenzio ed è in quei pochi secondi che ci stiamo caricando, che la forza sta montando. E "si salvi chi può".
Da principesse e regine, ci trasformiamo in scaricatori di porto con parentela stretta con tori in amore. Sproloqui e parolacce, altro che unicorni e arcobaleni. Ci cade la corona.
"Tu non capisci" è la frase che diciamo più spesso. "Lasciami stare" è un consiglio spassionato che diamo se l'interlocutore vuole evitare di essere vittima di un gesto inconsulto. "Che c**** dici?" è una domanda che nasconde il manifestarsi dell'apice della nostra bontà d'animo: diamo il vantaggio di pensare a cosa si è detto e, rettificare. "Davvero?", beh il "davvero?", magari pronunciato con tono molto alterato, è già la firma sulla condanna a morte della persona verso cui l'abbiamo detto. Questo è il punto di non ritorno. 

Gli sfoghi possono durare ore, giornate, settimane. Possono avere pause, ma fino a quando non si arriva ad una vera e propria fine (che non esiste, perché al massimo è una tregua), riprende. Più forte e intenso di prima. Se un uomo si trova "a tiro" di una donna offesa e arrabbiata, sopravvive, certo, perché l'omicidio porta alla galera, ma deve passare per l'inferno. 
Orde di parole emesse anche con volume da lesione del timpano. Fiumi di pensieri diventati verbo. Niente limiti, niente sosta. 
Inutile scusarsi, giustificarsi, cercare di farci credere che abbiamo ragione: siamo "nere", non stupide. 

Uomini, non dite mai "volevo dire...", "hai capito male...". Le donne hanno capito bene, benissimo. Siete voi che avete sbagliato a parlare, pensare, agire, muovere le sopracciglia, sbattere la palpebra, far ballare l'occhio e addirittura respirare. Arrendetevi, ma non lo fate platealmente perché ci altera ancora di più. Sarebbe come volerci dare ragione per gentile concessione. Tuttavia, non siete voi che ci state regalando qualcosa, siamo noi nel giusto. Fine. 

Stare con una donna, avere una compagna o una moglie, vuol dire tante cose. Una di queste è che ci saranno momenti bellissimi, intensi, momenti che valgono una vita insieme. Un'altra è che nel 90% dei casi, farla arrabbiare non è consigliabile.






mercoledì 17 febbraio 2016

Aperitivo da grandi

Sarà che oggi è il "giro di boa" della settimana lavorativa. Sarà che era un pezzo che non uscivamo e sarà anche che ne avevo tanto bisogno; incontrare le amiche è sempre un grande piacere. 
Non solo. Uscire con le amiche di una vita, beh, vederle ti fa capire anche che sei diventata grande, adulta, che la maturità l'hai conosciuta tempo fa. Eh si, il segno palese sono gli argomenti che si trattano: se prima di "sistemarti" parlavi di borse, scarpe, ferie e sparlavi di tutti, ora... 
Adesso che hai una famiglia tua, anche se non hai figli, ti ritrovi comunque a parlare di prodotti per la casa, dell'aspirapolvere migliore, di cene e pranzi... 
La cosa però non ti pesa, ti fa solo pensare. Torni indietro con la mente e ti rivedi qualche tempo prima, mentre allo stesso tavolo, affrontavi altre situazioni e vedevi il mondo da un'ottica un po' diversa. Pazienza se tutto questo avviene ora davanti a un bicchiere d'acqua o un cocktail analcolico, quando, tempo fa, avresti fatto un paio di giri di spritz.


bicchiere di aperitivo


lunedì 15 febbraio 2016

Che gioia il risveglio!

ragazza tristeMia mamma dice sempre che mi lamento troppo. Avrà anche ragione, ma ci sono cose che veramente mi fanno partire l'embolo!


Un esempio veloce: avete presente quella canzone di qualche anno fa che faceva più o meno "la gioia del risveglio è l'attimo in cui tutto l'universo gira intorno a noi..."? Ecco, proprio.


Punto primo: nello svegliarsi non c'è una mazza di bello, specialmente se è Lunedì. 
Apri gli occhi e, dopo il primo momento di smarrimento (in cui capisci di essere nel tuo letto, nella tua stanza, a casa tua), ti rendi conto che tra poco ricomincia la routine e quello che doveva essere un portentoso weekend di relax è finito, miseramente andato. Bye!
Dopo lo sconcerto per essersi persa due giorni di pace e vita, nulla è più lo stesso.
Bussano alla porta del cervello tanti pensieri e ti montano (nell'ordine) la rabbia, il nervoso, la tristezza e la rassegnazione mista a disperazione/depressione. 'Na botta in fronte! Una mazzata sul coppino! 

Punto secondo: l'universo che gira intorno a chi? A me? L'universo prende le distanze. Taglia la corda. Emigra sotto falso nome. I "pianeti" mi girano così tanto che la luna non sa più a che orbita votarsi!
Il "noi" di cui parla la canzone, soprattutto durante la settimana non esiste. 
La mattina è tutto un "alzati dal letto", "dai che è tardi", "ti muovi?"... dove sta il "noi"?

Svegliarsi è già stressarsi. L'odioso suono (ah, il modo più veloce per farsi entrare in odio una canzone è impostarla come sveglia), realizzare che devi uscire dal piumone, fare la doccia (velocemente) sfidando i riflessi (che alle 07.30 della mattina non esistono), vestirsi, fare colazione, lavarsi i denti, uscire di casa, incontrare gente e fare cose... 
Qualcuno dirà: "beh, alle 07.30 è già tardi, pensa a chi lavora di notte o comincia presto". La mia risposta è che sicuramente nutro tanta stima per queste persone e nello stesso tempo, proprio loro sapranno darmi ragione!

Fotografia di una sveglia


Vorrei tanto sapere come fanno poi, tutte quelle donne che riescono a uscire di casa truccate, vestite di tutto punto, con fare ammiccante e viso riposato, piene di sprint, come se la vita fosse una passeggiata e davanti a loro ci fosse la giornata più bella della loro intera esistenza!
Personalmente, superato lo shock del mettere giù i piedi dal letto, fare la doccia è già una conquista. 
Ah, non oso immaginare chi ha figli! Coordinare te, il marito, i bambini, placare le liti che sorgono per il bagno, portare fuori il cane, dare l'acqua alle piante, accarezzare il gatto, infilarti le scarpe, portare chi all'asilo, chi alla fermata e finalmente (perché è questo il caso di dirlo) arrivare in ufficio. 

Negli spot pubblicitari fanno sembrare tutto facile. 
Famiglie intere che si ritrovano come fosse Natale, sorridenti e pronti ad affrontare con successo la giornata. Scodelle piene di latte, cereali, tazze spropositate di caffè. Hanno il tempo di "spazzolarsi" qualsiasi cosa ci sia sulla tavola: frutta, merendine, pane e marmellata, cioccolata, spremuta. 
Io? Devo mangiare poco per non stare male (visto che non reggo l'acidità di stomaco), per non diventare un transatlantico con un lato B da portaerei e perché ho i minuti contati.
Ancora e sempre nelle pubblicità, lui e lei corrono per aggiudicarsi la brioche (confezionata), ma la verità è che l'unica battaglia riguarda la questione bagno. Si fanno i turni e bisogna stare attenti a stare nei tempi, altrimenti... si parte con gli sproloqui. 

Concludendo: quello che ha scritto la canzone, vorrei proprio conoscerlo.
Anzi, no, spero mi passi davanti una mattina!

Caffè con tazzina

sabato 13 febbraio 2016

Eppure piove!

coppia sotto l'ombrello
Che gioia la pioggia
Utile per i campi, per il clima, per l'uomo, per la terra... per tutto quello che volete, si, ma che palle!
Pioggia non vuol dire solo fertilità del terreno, piante che nascono ... e chi più ne ha più metta. 

Pioggia vuol dire che mi devo incappucciare, imbacuccare; che devo prendere l'ombrello che aprirò e chiuderò più volte nell'arco della giornata, magari proprio sotto l'acqua. 
Pioggia vuol dire dire addio ai capelli freschi di doccia, a scarpe che non siano stivali; significa pulirsi gli occhiali ogni volta che metto il naso fuori dal portone, dalla macchina, negozio, supermercato, parcheggio coperto.
Pioggia vuol dire cielo grigio, luce fioca. Depressione che avanza. 


Quando piove tutto è più difficile, lento. 
Esempio: fare la spesa. Prendi la macchina, sfida tutti gli automobilisti che in caso di perturbazione climatica si rincretiniscono. Calcola che ogni semaforo durerà il doppio o meglio, vedrai il rosso due volte e il verde passarti davanti senza poterti muovere.
luci auto sotto la pioggia
Una volta raggiunto il discount (che non ha il parcheggio coperto), organizza già in macchina la "spedizione" con borse di tela, moneta per il carrello, chiavi per chiudere l'auto. 
Scendi dall'abitacolo e bada bene di dare la giusta spinta allo sportello, così da chiuderlo con un colpo secco. Schiaccia il pulsante per la chiusura, o peggio, infila la chiave nella serratura e gira decisa. 
Scappa sotto la tettoia dei carrelli, infila il gettone, estrai l'infernale arnese su quattro ruote e fila via, verso l'entrata del supermercato. Ma non finisce qui! Dopo il round all'andata c'è quello del ritorno. 
Esci dal negozio, corri alla macchina, bagnati le gambe fino alle ginocchia per colpa delle pozzanghere e il tutto riparandoti la testa con una mano (perché hai fretta) e con l'altra spingendo il carrello che, puntualmente, va dove vuole. 
Infine, quando sei davanti al portellone, aprilo velocemente, infila le borse pesanti nel bagagliaio e chiudi, secca. Lancia la borsa in macchina, afferra il carrello ormai vuoto e corri, di nuovo, alla tettoia per agganciarlo. Da lì, scatta meglio di un atleta e torna verso l'auto e... "din din din"... (porca miseria) rincorri la moneta che è schizzata via dal sistema di blocco del carrello. Naturalmente, tutto sotto l'acqua. 
Ancora un altro esempio. Hai lavorato tutta la settimana. Non hai proprio avuto tempo di azionare la lavatrice. Arriva il Sabato, il primo giorno utile per lavare quanta più biancheria riesci (anche perché, ormai, anche le mutande scarseggiano). Una volta pronta per essere stesa, ecco l'amara realtà. Devi stendere tutto (e dico tutto) in casa perché piove... 
Ora, il problema è che io, come molti, ho un normalissimo appartamento. Dove li metto tre stendini di vestiti, lenzuola e tovaglie, al colpo? Ovviamente, ammesso che bastino. Altrimenti, via con il campo sfollati e si comincia con maglie, mutande, tovaglioli e pantaloni sui caloriferi. 

foto di panni stesi

Non basta a farci pensare che la pioggia è bella, ma va presa a piccole dosi? Allora la domanda è quanto abbiamo impiegato ad andare da un capo all'altro della città senza pioggia. La risposta è "sicuramente meno". Incidenti e code, scivoloni, aquaplaning come se non ci fosse un domani. 

In conclusione, avete presente quella dedica con cui abbiamo imbrattato diari e diari di scuola? Quella che faceva più o meno "la pioggia è bellissima perché ti permette di camminare a testa alta anche quando stai piangendo". Si, se non hai gli occhiali, se non hai fretta, se non devi fare la spesa. Se non hai altro da fare. 

martedì 9 febbraio 2016

Chi dice donna... dice borsa!

Ascoltando Noemi che canta, mi viene proprio da dire che ha ragione; la borsa delle donne contiene il mondo. Il proprio mondo

La borsa di una donna è pesante, sempre. E gli uomini che si lamentano quando devono tenercela per qualche minuto ..." ma cosa c'è dentro, mattoni? "
La verità è che non usciamo di casa senza le cose che "potrebbero servirci". Fazzoletti, portafogli, caramelle, occhiali da sole, astuccio con trucchi, deodorante, profumo, spazzolino. Non ci muoviamo senza avere dietro il cellulare. E non è tutto.
Quando guardo in fondo alla borsa, penso tra me e me che ci troverò anche qualcuno scomparso e a cui hanno dedicato una puntata a "Chi l'ha visto?".

Prima di "prendere" la porta (sempre e rigorosamente di fretta, perché noi il ritardo l'abbiamo nel sangue), passiamo all'appello mentalmente tutto quello che abbiamo effettivamente già in borsa e quello che ancora non abbiamo, ma potrebbe, eventualmente, anche solo in caso remoto, servirci. 
Esempio: ago e filo non lo metti nella tasca interna? Metti il caso che ti salti la cucitura sulla manica del maglione? Per sicurezza prendo anche quei due bottoni sulla mensola... magari servono perché, nella fretta della routine, ti si "molla" il bottone dei pantaloni.
Poi, oggi c'è da affrontare una giornata dura, stressante (oddio, già sento l'ansia)... prendo anche la boccetta con le gocce di tranquillante, o meglio, la valeriana. Eh si, ma la tazza con cui berla? Prendo anche quella; mezza sbeccata da un lato, tanto è quella da tenere in ufficio. 
Mamma che mal di testa! Sono solo le otto e mezzo, meglio portare con me anche un antidolorifico. 
Attenzione! Forse... No dai, no, questa non è la settimana giusta, ma... non si sa mai. Un paio di assorbenti li metto in borsa. 
Dunque, colazione fatta. Pranzo in mensa. Eh, ma poi? Spuntini? Porto via anche un paio di mandarini o il contenitore con l'ananas (che, per la cronaca, brucia i grassi... ).
Accidenti, dimenticavo l'acqua. Porto via anche una sciarpa leggera per star tranquilla. I guanti. I cerotti perché devo camminare tanto e correre da una scrivania all'altra e non si sa come le scarpe possano comportarsi. 
Chiavi: della macchina e della porta. Aspetta, aspetta, la giacca! Il caricabatterie, gli auricolari, le monete per il caffè...


Intanto, lui in macchina aspetta e quando ti vede arrivare, in affanno come se avessi corso attorno al quartiere, fa il suo sorrisino da "questa donna non sta bene" e mette in moto. 
Poi, ad un tratto, non più tardi di 5 minuti dopo, sempre lui, che ti "sfotteva" silenziosamente, comincia a tastarsi disperatamente le tasche dei jeans come se cercasse qualcosa. 
A questo punto, tu, donna comprensiva e lungimirante, con l'espressione di chi sa cosa sta per succedere, lo guardi e gli chiedi "AMORE, TI SERVE QUALCOSA? "... e lui, con la faccia d'angelo di chi sa, invece, di essere in fallo "... si, grazie, un FAZZOLETTO perché NON LO TROVO,,, "

Diciamo la verità, femmina vuol dire anche caos, ma caos ordinato (se possibile). 
Ciascuna di noi si porta dietro un pezzo di casa e un bel pezzo di sé. 


venerdì 5 febbraio 2016

Cosa facciamo stasera? Tentiamo di conquistare la pace!

Avete presente le buone intenzioni? Beh, le mie sono completamente evaporate!
Una volta tornata a casa, dopo l'ufficio, avrei dovuto stirare, tutto quello che c'è nel cesto della biancheria pulita. Avrei dovuto sistemare la casa e coccolare il coniglio. Tutto questo dopo essere andata in palestra.  
Invece, niente. Sono entrata dalla porta di casa e, quasi immediatamente, praticamente senza accorgermene, mi sono seduta sul divano. La fine. Addio buone intenzioni (e ne avevo tante). 
La settimana è stata sfiancante, a dir poco. 

Adesso, praticamente distrutta, scrivo questo post e mi viene in mente solo una cosa e cioè che sono "vecchia". 
Qualche anno fa, sarei uscita con gli amici. Non era weekend rimanendo a casa la sera. 
Ogni Venerdì o Sabato passato in casa era un'occasione persa. 
Ora, invece, ogni Venerdì o Sabato passato in casa è sempre un'occasione. Si, ma di riposarsi!
Arrivare a casa, cenare, strisciare verso il divano, stendersi e "perdere i sensi" guardando la televisione, questo è il piano!
Ricordate "Il Mignolo col Prof"? Tentavano di conquistare il mondo, ogni giorno. Io tento di aggiudicarmi semplicemente una serata di pace e relax, ogni sera.

IMMAGINE DI UNA DONNA CHE RIPOSA


mercoledì 3 febbraio 2016

Gli uomini e il mandolino...

Oggi guardavo curiosa gli uomini che mi passavano davanti, in mensa.
Più che "guardare" li ho osservati, per bene. Ero in una posizione strategica, fuori dal caos della sala.  
Ebbene, cosa ho potuto constatare? Quello che, ahimè, già sapevo. 

Gli uomini, mi concedo di generalizzare, quando non hanno nulla da fare o sono distratti, ma anche senza accorgersene, "suonano il mandolino". Avete capito bene. Mi sono permessa di coniare questo modo di dire per parlare del vizio, per ovvi motivi prettamente maschile, di grattarsi le parti basse. 
Non c'è nulla di meno attraente. 

Immaginiamo la scena (o semplicemente facciamo uno sforzo di memoria perché sicuramente siamo già state spettatrici): noi donne siamo lì, depresse perché la mattinata è stata sfiancante. Il pomeriggio si prospetta ancora peggio. Pratiche, email, clienti esigenti, paturnie personali ci assillano. Arriva lui, bello come il sole, viso pulito, sorriso da dio greco, espressione da "me te magno".
Senza pudore, ci perdiamo ad ammirare tanta bellezza. 
Siamo lì "in brodo di giuggiole" e mentre sbaviamo.... TAC! 
Parte con il "ravanamento". 
Finisce l'emozione, la gioia. Il cuore si stringe e pure lo stomaco. Stop. Kaputt!

IMMAGINE DI CORDE DEL MANDOLINO



Il peggio è che, di solito, con la stessa mano con la quale si sono "sistemati l'amico" ti passano il vassoio, ti aprono la porta, ti salutano. NON SI FA!
Perché "suonare il mandolino"? Se vi prude, cari ometti, esiste il bagno. Provate a cambiare le mutande, prendetele più larghe o più strette, insomma... risolvete! 

Alcuni uomini, questa cosa del gratta-gratta la percepiscono come un "intercalare". 
Cantano e sistemano, parlano e sistemano, camminano e sistemano... è tutto un sistemare! Basta!
Vi assicuro che se vi siete svegliati con tutte le cose al posto giusto, alle dieci della mattina, il vostro amico sarà sempre lì. Lo troverete nei pantaloni anche a mezzogiorno e, vi stupirò, sarà presente anche nel pomeriggio e a cena. Anche il giorno dopo e quello dopo ancora, "finché morte non vi separi". Certe unioni durano per sempre... per fortuna!



martedì 2 febbraio 2016

OPERAZIONE "SAN VALENTINO"

PAGINE DI CALENDARIODonne, corriamo altrimenti rischiamo di non fare in tempo. Mancano solo 12 giorni! A cosa? Elementare! A San Valentino, no!?
Secondo il mondo dei social e non solo, dobbiamo prepararci come si deve. 
Fuori quindi, carta di credito, voglia compulsiva di shopping e tette. Si, proprio TETTE!
Prima di tutto, dobbiamo pianificare la serata migliore della storia del mondo (così pare da quanto si legge in giro).


Il programma è questo:
  • pensa a cosa regalargli... e fare un regalo ad un uomo non è proprio la cosa più facile, anzi. Maglione? NO, ce lo giochiamo a Natale. Profumo? Già fatto l'anno scorso! Bracciale? Per carità, ha più gioielli lui, dell'orefice sotto casa
  • cena; trova un posto dove farti portare (se non proponiamo noi qualcosa, dopo il primo anno insieme rischiamo di ritrovarci dal "kebabbaro" all'angolo)
  • atmosfera "seSSualissima" ... perchè ALMENO A SAN VALENTINO "SI" DEVE ESSERE "SI"....
  • preparazione del "corpo del reato", il che comprende depilazione (e allora comincia lo sdradicare di ettari e ettari di peluria su gambe, braccia, viso e "chi più ne ha, più ne metta"); trucco per sembrare la donna più bella del mondo e infine, il parrucchiere (perché avere della stoppa al posto dei capelli non è carino
  • vestiario e nello specifico l'intimo. Ora, giornali d'attualità e programmi televisivi stanno già dispensando fior fior di consigli su che mutande mettersi. Pizzo, nero o rosso passione, Super push-up che ti fanno spuntare le tette anche se non le hai. Perizoma che più sottile è, meglio mi sento... Non vorremo farci cogliere alla sprovvista!?

DECORAZIONI A FORMA DI CUORE

Quello che conta a San Valentino è, alla fine dei conti, consumare. In tutti i sensi. O almeno così pare.
Viva, allora, questa ricorrenza che ha smesso di essere un'occasione gioiosa per stare con il proprio compagno o con la propria fidanzata.
Viva lo shopping, la falsità del festeggiare un sentimento che celebriamo già tutti i giorni.

Viva mio marito che, ancora non lo sa, ma andrà a comprarmi l'ennesima borsa "della mia vita".

BARBIE UNA DI NOI

Finalmente, "Barbie una di noi". 
Basta con LA biondona tutta labbra rosse e carnose, seni perfetti e chiappe in plastica, ma sode. 
Cara "bambolona" hai fatto giocare milioni di bambine per decenni, sempre con l'aria di chi è sulla "cresta dell'onda" e non teme rivali. Ora però è tempo di cambiare. O meglio, di cambiarti. 

Arriva la Barbie che ci somiglia: bassa e cicciottella. 
Alla fine, qualcuno si è reso conto, sempre troppo tardi, che le donne (e le bambine) non sono tutte uguali. Ci sono molti punti che ci accomunano, come il nostro linguaggio segreto, da qualcuno definito il "donnese", ma tutte abbiamo una propria personalità, gusti, opinioni. 

Personalizzare una bambola non vuol dire solo ampliare la fascia di mercato al quale vendere l'articolo; vuol dire anche diminuire la percentuale di complessi che le future donne avranno. 

Quella che tutte noi abbiamo avuto con la nostra bambola preferita, sicuramente è quanto ci sia di più simile a una competizione. Bisogna imitarla e, quando sei piccola, la cosa ti sta molto a cuore. Ecco allora il vero motivo per cui ci si atteggia allo specchio con le scarpe con il tacco di mamma, perché ci si imbratta la faccia con il rossetto  rosa shocking. 
Vorremmo tanto essere come la biondina tutto pepe e "piscina con le amiche". 
Dopo nostra madre, Barbie è sicuramente il modello di donna a cui ispirarsi. 
Che delusione poi, quando oltre a crescere in altezza (di poco), ci compare sui glutei quella simpatica cosa chiamata CELLULITE. Skipper, Stacie e Shelly (quest'ultima da grande) mica avevano i buchi di ritenzione idrica sulla coscia. La pelle a buccia d'arancia. I capelli grassi o, al contrario, secchi. 
Quando sei bambina pensi che da grande assomiglierai alla tua eroina, non alla "sciura Maria" che ti guarda dal balcone. 
Ammettiamolo, crescere è proprio un trauma. 

Poter scegliere la bambola con cui giocare, quella che sia più simile a noi, significa molto. Capiremmo che le persone, le bambine, non sono perfette. Non ci sono invidie che tengano. Ci si accetta e s'impara ad accettare gli altri. A non darsi modelli da imitare fino a quando si può fare a meno di farlo. Dare tempo al tempo. 

Conclusione: ben venga Barbie cicciotta, quella che ha i fianchi larghi e i capelli azzurri. 
Pazienza se la cugina magra, bionda, bella, perfetta, verrà messa in secondo piano. Anche le persone normali si meritano un po' di celebrità. Male che vada, Barbie, la vecchia, si godrà la pensione in uno dei suoi tanti castelli con piscina o in una delle sue automobili "da soldo".





lunedì 1 febbraio 2016

Uomo barbuto "ce piace"

C'è poco da fare; l'uomo con la barba è attraente, affascinante, carismatico, virile... insomma "fa sangue".
Un bel pezzo di marcantonio che ti guarda, ti parla, ti stringe... altro che il sig. "scopo forte" del film (perdonate il francesismo)!! 
Diciamo la verità, l'uomo barbuto ci piace e pure tanto. 
Quando lo vedi, il brivido alla schiena ti sale, ti viene da sorridere, correresti da lui con il pettine in mano, al motto di "te la pettino io la barba, bel vichingo..." 
A uno a cui nostro signore ha fornito il bicipite non indifferente e l'altezza da Thor, si può perdonare pure la pancia da bevitore di birra, il risvoltino e, talvolta, anche "l'ascella commossa". Ripeto  e sottolineo: TALVOLTA.

Immagine di ragazzo con barba


Non facciamo le schizzinose, quelle che "ma la barba punge"... ammettiamolo, preferiamo stare con uno che ricorda il sedere di un bambino o con qualcuno che ricorda un Avenger dei boschi?
Pazienza se poi passa le ore a coccolarsi la chioma sul mento, pazienza se ha l'appuntamento fisso con il balsamo; a uno che "attizza" così, si perdona tutto. 
Quanto bene ci fa vederlo, tutto ben vestito, bello come il sole che sorride consapevole di farci gola più delle torte di Bake Off! Comunque, andrebbe bene anche con un paio di pantaloni "smandrappati" logori! Lo accetteremmo anche con la maglia della salute. Andrebbe bene comunque! 
L'uomo con la barba fa ... vigore, forza, possenza, perciò uomini, su, fatevela crescere come se non ci fosse un domani. Vedrete che effetto farete all'universo femminile. Le sfumature non saranno più solo di grigio, di nero o di rosso. 
A una sola condizione: pettinando e regolando, pulite il lavandino del bagno!