mercoledì 18 ottobre 2017

Nuoto che passione!

Da qualche settimana ho iniziato un corso di nuoto per adulti. Vicino casa, così è comodo anche se faccio tardi in ufficio. 
A differenza di tutte le altre volte che ho provato a fare sport, questa volta, l'ho presa proprio sul serio. 
Borsone sempre pronto e asciugamani profumato. Costume intero nero (che comunque, "sfina"...), cuffia e ciabatte in tinta. Ogni Martedì, aspetto che arrivi il Giovedì e ogni Giovedì, aspetto con ansia il Martedì. 
segnale natatorio


Con sommo stupore ho scoperto che non sono nemmeno male... sarà che peso tanto (troppo) e il principio di Archimede mi dà una mano, sarà che l'acqua mi è sempre piaciuta. 
Durante le lezioni dunque, tutto bene. Galleggio, mi muovo, nuoto a "Cane di San Bernardo" (perché definirmi cagnolino, è una presa in giro, vista la fisicità), faccio le bolle...tutto regolare. 
Il problema inizia verso la fine dell'ora di corso, grazie al divieto categorico dell'insegnante: per evitare di farsi male, non bisogna usare la scaletta. Né per entrare in acqua né per uscire. 
Ora, tutti, quando si parla di uscire dalla piscina, immaginano che una persona normale esca dall'acqua facilmente, spingendosi sulle braccia fino a portare il busto fuori, per poi fare leva su un ginocchio e in men che non si dica, essere a bordo vasca, in piedi, freschi. Sì, di norma dovrebbe essere così. Dovrebbe...se ad uscire dall'acqua non fossi io. 

La scena subisce degli stravolgimenti a seconda delle condizioni in cui mi trovo e, l'unica, vera, certezza è che mai riuscirò a sembrare una persona normale. Ieri per esempio, con l'istruttore che mi incitava con amorevole imbarazzo, sono riuscita ad uscire "a farfalla": mi sono data una bella spinta, ad altezza tette e ho aperto le mani "a croce". Rotolando poi sulla coscia, mi sono girata di schiena, prima di esibirmi in un "quasi tuffo a sacco" nella vasca da cui ero appena emersa. Come un capodoglio sbuffante. 
Giovedì scorso, invece, sembravo più un tricheco dall'addome rilassato. Panza sbattuta sul bordo piscina con un sonoro SCIAF! del costume fradicio, sono rimasta in bilico cercando un appiglio per mettermi in piedi, sperando di passare inosservata. Inutile dirlo: sono stata notata da, almeno, tutta la piscina. 
Naturalmente, una volta ricomposta, sento l'esigenza di esclamare frasi da snob annoiata tipo "ah! Sono proprio stanca" oppure "uffff che fatica!", il tutto accompagnato da movenze un po' frou frou per stemperare la tensione da siparietto triste e patetico.

Domani sarà Giovedì un'altra volta e, come sempre, si terrà il corso di nuoto. Non vi mento dicendo che non vedo l'ora di  sguazzare allegramente al centro della corsia. 
Come uscirò dall'acqua? Magari, qualche compagno di corso mi tirerà fuori a suon di "oissaaaa-oooissssa". Vi terrò aggiornati. 

                                                                                                                                           XOXO








martedì 18 luglio 2017

Tutti al mare... Tranne te

Noi siamo fondamentalmente invidiosi. Lo so, si tratta di una verità scomoda, ma pur sempre vera. 

Quanti di noi, proprio in questo periodo, stanno mandando anatemi senza fine a tutti quelli in vacanza? Magari in pausa pranzo, quando stanca per la mattinata di lavoro, ci si ritrova a scorrere la bacheca di Facebook. Infilandosi una forchettata di insalata in bocca, l'occhio ti cade sulla foto #ciaone#noisiamoalmareevoino che il nostro vicino ha "postato".
Tutti sorridenti, tutti felici, tutti a brindare al mare, al sole, alle ciabatte di gomma fotografate sotto l'ombrellone. Questo mentre chi è in ufficio conta i giorni che restano da passare in mezzo allo stress della quotidianità. 

L'invidia è quel sentimento che tutti coviamo, chi più chi meno e che, spesso, salta fuori senza nemmeno accorgersene. Basta pochissimo e ci ritroviamo a inveire contro tutto e tutti, mentre ci si "rode il fegato" perché ciascuno di noi vorrebbe fare quello che fanno i vacanzieri: una beata mazza! 
Al sole, in montagna, al lago, in piscina o a bordo di una "poccia"qualsisi, poco importa. Magari con un bel bicchiere di aperitivo in mano. 

rane in vacanza

Inutile dire che più andiamo avanti con la consultazione dei social, più ci si "gonfia la vena" e ci "cadono i maroni"! 
Basta! Basta far rosicare noi poveri rosiconi. Abbiate pietà. Fingetevi tristi qualche volta, postate una foto di qualche bruttura ogni tanto! Basterebbe la foto dei calli ai piedi della vicina d'ombrellone oppure che vi lamentaste per una gastrite improvvisa... una febbriciattola (anche la salmonella va bene eh!). Soprattutto perché, fortunati come siamo, nell'unico periodo di ferie, ci si becca anche l'influenza e l'indigenza economica a causa della bolletta della luce! Altro che "si sboccia poveri"... qua sboccia qualcos'altro, tipo i "mortacci" gratis.



domenica 25 giugno 2017

L'identikit dell'estate 2017

L'estate del 2017 non è cominciata certo in sordina... Anzi! Per tutti quelli che si lamentavano del freddo, la sta facendo veramente pagare! Termometro alle stelle a Giugno e radio che passa incessantemente le solite hit estive con Luís che "la fa da padrone", la gente per disperazione si farebbe un tuffo anche nella "poccia" del lavaggio auto, mentre il signore con la canottiera e i sandali da francescano, pulisce il parabrezza.
La calura è talmente opprimente che ci si berrebbe anche l'acqua del canale dietro casa, se fosse fresca! In tutto questo poi, si aggiungono i soliti indecisi nel vestirsi: 34° e vedo una signora che si presenta al negozio di bricolage con stivaletti e maglia a manica lunga. Senza considerare poi, quelli che passano da un estremo all'altro: occhiale da hippie vecchio stampo, maglietta trasparente sopra gli shorts taglia "14 anni" che lascia scoperta talmente tanta pelle che solo la depilazione "a baffetti di Hitler" ci si può fare. Di solito, cotanta sobrietà si accompagna al giovane "marine de noantri" depilato e unto, accessoriato di pantaloncini jeans strappati e croce d'oro al collo.



Che bella la stagione estiva, tira fuori il meglio di tutto. Per esempio, fremo nell'aspettare le foto di tutti quelli che andranno al mare: spiaggia e "gambe a würstel, orizzonte e "gambe a würstel", Spritz e "gambe a würstel", libro con conchiglia e sabbia tra le pagine (simbolo che la cultura non va in vacanza) e, indovinate, "gambe a würstel".
Io stessa non vedo l'ora di fotografare parti del corpo che facciano schiattare d'invidia chi sfoglia i post dei social... La solita ripresa dall'alto, nella penombra di un chiosco del kebabbaro al centro del paese, ma con l'effetto "estate" dell'app del cellulare. Adesso scusate, ma vado a morire davanti al ventilatore, sognando (ma nemmeno tanto) che il caldo smetta di sciogliere la suola delle ciabatte di gomma.

domenica 12 febbraio 2017

Domenica e Netflix

Domenica e Netflix. Un passatempo, una droga, un'accoppiata vincente tipo "l'acaro e il tappeto" o "la cozza e lo scoglio".
Non bastava perdere la dignità indossando tutto il giorno il pigiama, mangiando sul divano e andando in bagno strisciando per non fare fatica. 
Netflix, amici, come molti potranno testimoniare, crea dipendenza. 
Funziona così: ti alzi la mattina tardi (perché è Domenica e così deve essere), ti gratti una chiappa e intanto, pensi a cosa farai tutto il giorno. La risposta è sempre la stessa, scontata, ma sincera... "niente"!
Cellulare alla mano, decidi che guarderai una (massimo due) puntate della tua serie preferita.
Basta un click, "inizia": l'app carica la puntata e tu, che ancora non lo sai, ti sei messa in un bel guaio. 
Il tempo passa, la prima puntata finisce e comincia la seconda... la terza, la quarta e via fino alla seconda stagione. 
Ad un certo punto, quando gli occhi ti fanno male e ti rendi conto di parlare come il protagonista della storia, guardi fuori dalla finestra. Solo allora, realizzi e con terrore guardi l'orologio sul microonde: "non può essere successo davvero". Netflix ti ha rapita, ti ha stregata, ti ha drogata. Hai perso il senso del tempo e la mattina è diventata sera. Vieni assalita da uno strano senso di piacere per aver tenuto a riposo qualsiasi muscolo utile del tuo corpo, ma nello stesso tempo, ti senti in colpa per aver perso la giornata. 
Arrivata a questo punto, puoi scegliere: riprendere le redini della tua "vita" e lavarti, preparare la cena, dare una parvenza di ordine alla casa oppure continuare e farti ingoiare dalla rete, scaldando l'ultima pizza surgelata, avanzo della spesa della settimana scorsa.
Secondo voi, quale potrebbe essere la risposta? 
Nel dubbio, vi basti sapere che sono arrivata alla quarta stagione.  


RIPOSO SUL DIVANO