Mia mamma dice sempre che mi lamento troppo. Avrà anche ragione, ma ci sono cose che veramente mi fanno partire l'embolo!
Un esempio veloce: avete presente quella canzone di qualche anno fa che faceva più o meno "la gioia del risveglio è l'attimo in cui tutto l'universo gira intorno a noi..."? Ecco, proprio.
Punto primo: nello svegliarsi non c'è una mazza di bello, specialmente se è Lunedì.
Apri gli occhi e, dopo il primo momento di smarrimento (in cui capisci di essere nel tuo letto, nella tua stanza, a casa tua), ti rendi conto che tra poco ricomincia la routine e quello che doveva essere un portentoso weekend di relax è finito, miseramente andato. Bye!
Dopo lo sconcerto per essersi persa due giorni di pace e vita, nulla è più lo stesso.
Punto secondo: l'universo che gira intorno a chi? A me? L'universo prende le distanze. Taglia la corda. Emigra sotto falso nome. I "pianeti" mi girano così tanto che la luna non sa più a che orbita votarsi!
Il "noi" di cui parla la canzone, soprattutto durante la settimana non esiste.
La mattina è tutto un "alzati dal letto", "dai che è tardi", "ti muovi?"... dove sta il "noi"?
Svegliarsi è già stressarsi. L'odioso suono (ah, il modo più veloce per farsi entrare in odio una canzone è impostarla come sveglia), realizzare che devi uscire dal piumone, fare la doccia (velocemente) sfidando i riflessi (che alle 07.30 della mattina non esistono), vestirsi, fare colazione, lavarsi i denti, uscire di casa, incontrare gente e fare cose...
Qualcuno dirà: "beh, alle 07.30 è già tardi, pensa a chi lavora di notte o comincia presto". La mia risposta è che sicuramente nutro tanta stima per queste persone e nello stesso tempo, proprio loro sapranno darmi ragione!
Vorrei tanto sapere come fanno poi, tutte quelle donne che riescono a uscire di casa truccate, vestite di tutto punto, con fare ammiccante e viso riposato, piene di sprint, come se la vita fosse una passeggiata e davanti a loro ci fosse la giornata più bella della loro intera esistenza!
Personalmente, superato lo shock del mettere giù i piedi dal letto, fare la doccia è già una conquista.
Ah, non oso immaginare chi ha figli! Coordinare te, il marito, i bambini, placare le liti che sorgono per il bagno, portare fuori il cane, dare l'acqua alle piante, accarezzare il gatto, infilarti le scarpe, portare chi all'asilo, chi alla fermata e finalmente (perché è questo il caso di dirlo) arrivare in ufficio.
Negli spot pubblicitari fanno sembrare tutto facile.
Famiglie intere che si ritrovano come fosse Natale, sorridenti e pronti ad affrontare con successo la giornata. Scodelle piene di latte, cereali, tazze spropositate di caffè. Hanno il tempo di "spazzolarsi" qualsiasi cosa ci sia sulla tavola: frutta, merendine, pane e marmellata, cioccolata, spremuta.
Io? Devo mangiare poco per non stare male (visto che non reggo l'acidità di stomaco), per non diventare un transatlantico con un lato B da portaerei e perché ho i minuti contati.
Ancora e sempre nelle pubblicità, lui e lei corrono per aggiudicarsi la brioche (confezionata), ma la verità è che l'unica battaglia riguarda la questione bagno. Si fanno i turni e bisogna stare attenti a stare nei tempi, altrimenti... si parte con gli sproloqui.
Concludendo: quello che ha scritto la canzone, vorrei proprio conoscerlo.
Anzi, no, spero mi passi davanti una mattina!
Anzi, no, spero mi passi davanti una mattina!
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