domenica 28 febbraio 2016

IL NUOVO ITALIANO

Figura di omino con in mano dei libriMia madre e mia sorella potranno confermare: ho coniato così tante parole nuove che la maestra di "petaloso", ne avrebbe scritto un saggio breve. Non sarebbe bastata una lettera.

Perle come ACICELLA e SPETECCHIO non possono passare inosservate e cadere nel dimenticatoio.
La prima, creata e "partorita" una mattina di molti anni fa, mentre di fretta cercavo di prepararmi per non perdere l'autobus. Figlia di un lampo di genio, misto a blocco della lingua, ACICELLA vuole indicare una "ragazza nervosa ai limiti di un iracondo episodio nel pieno di una tempesta ormonale" ... (potete prendere fiato ora)
SPETECCHIO invece, rimanda a una situazione imbarazzante venutasi a creare a causa di un personaggio incapace di uscire da un parcheggio senza urtare la vettura dietro (la mia).
Potrei continuare all'infinito: INGELLATI (riferito a capelli acconciati grazie a secchi di gel), SQUANFIDA (aggettivo che attribuisce alla persona caratteristiche di bruttezza fisica e non).

Tuttavia, credo, come molti hanno fatto notare, che prima di lanciarsi in campagne pro-nuove parole, bisognerebbe capire e rispettare la nostra bella lingua. Parlare e scrivere con i giusti tempi verbali. Anche i congiuntivi.


Nessun commento:

Posta un commento

Questo è il mio Punto, il tuo qual è?