venerdì 22 gennaio 2016

La prossima volta? UOMO!

Lo ammetto: la prossima volta, scelgo di nascere uomo. 
Perché? Beh, la risposta è piuttosto semplice. Avete presente quando ti scappa la famosa "plin-plin"?
Gli uomini non si fanno tanti problemi; basta loro un muretto, un albero, una macchina dietro cui andare, un'area di sosta in piena tangenziale e... ah, che liberazione! Pazienza se poi non si puliscono le mani; viva la natura!

Per noi donne è, ahimè, complicato! 
Intanto, se ci scappa la pipì abbiamo bisogno di un bar. Come minimo. Anche nel pieno della regione amazzonica. 
La scena di solito è questa: passiamo dal bagno almeno due volte prima di uscire, dopo la doccia. Tuttavia, appena salite in macchina lo stimolo torna e l'autonomia si riduce sensibilmente. 
Quando proprio non ce la si fa più, quando si muore, quando si rischia che al minimo colpo di tosse ce la si faccia addosso, ecco, lì è il momento del bar. 
Anche al bar si svolge sempre la solita routine. L'uomo entra insieme a noi e ci copre, ordinando: "un caffè, grazie". Subito dopo lui chiede a lei (che è in preda all'isteria da bisogno impellente): "e tu amore?" - "Niente, grazie" e sempre lei, rivolgendosi al barista :"scusi, il bagno?".
Una volta conquistata la meta, ci guardiamo intorno con aria schifata (perché tutti bagni che non sono nostri, ma proprio tutti, ci fanno un po' senso). Ci togliamo la borsa e cerchiamo dove appenderla perché non cada e perché ci sia comoda. Copriamo la tazza con la carta igienica perché, in caso di perdita d'equilibrio, non si prendono malattie e teniamo la "posizione".
Qualcuno ha già scritto dei post su Facebook su questo argomento, ma per chi non lo sapesse, ripasso: la "posizione" è una delle regole base della sopravvivenza femminile. Consiste nel piegare le gambe in modo da restare sospese a dieci centimetri dalla tazza e abbastanza allineate per non far succedere la "tragedia"... 
La questione è seria. Veniamo educate sin da bambine.
Senza questa "posizione" e cioè accomodandosi, si prenderebbero tutti i mali e le infezioni del mondo. 
Non finisce qui. La verità è che oltre al bar, al caffè e al "palo", ci serve anche un fazzoletto profumato alla menta, silenzio e solitudine. Non potremmo mai "farla in piazza". 
Ora, io vorrei tanto parlare con chi progetta di solito il bagno degli edifici pubblici. 
Avrei molte cose da dire, ma credo che il riassunto sarebbe: "TU, BRUTTISSIMA PERSONA, come hai mai potuto pensare che le donne potessero andare in bagni che ricordano quelli di una caserma? Ti sembra che abbia senso e che sia possibile fare la pipì mantenendo la posizione, cercando il fazzoletto (e magari tenendo la borsa in bilico sulla spalla) mentre aldilà di una porta spessa un dito, aperta sopra e sotto, una fila di persone ti "fa sentire la presenza". Una fila di persone sente TUTTO! Ascolta qualsiasi cosa e... commenta! 
Rimango dell'idea che chi ha realizzato il progetto, non ha mai fatto un bisognino in un bagno pubblico.

La mia conclusione è che la prossima volta, potendo scegliere, scelgo di rinascere uomo!







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